John Krasinski ci riporta nel suo futuro distopico in cui la Terra è divenuta terreno di caccia per mostruose creature aliene cieche che scovano gli uomini tramite il suono e che ha ispirato altre fortunate pellicole come The Silence con Stanley Tucci e Bird Box con Sandra Bullock (in realtà trasposizione dell’omonimo romanzo di Josh Malermam del 2014) con un cast tecnico e artistico quasi identico (alla fotografia l’inglese Polly Morgan, Slumber – il demone del sonno, sostituisce la danese Charlotte Bruus Christensen), in quello che il regista ha definito: “un horror pieno di speranza”.
Sopravvissuti alla distruzione del loro nascondiglio da parte degli alieni, Evelyn (Emily Blunt), Regan (Millicent Simmonds) e Marcus (Noah Jupe), riescono a raggiungere il rifugio dell’amico Emmet (Cillian Murphy), dove però dovranno ancora lottare duramente per restare in vita.
Se il primo film era un’opera tutto sommato valida, rovinata da un pessimo finale, qui l’epilogo (aperto) è certamente migliore ma, in una sorta di compensazione, abbondano rispetto al precedente scene banali o prive di logica, come l’alieno in barchetta o gli umani cattivi che si divertono ad attaccare batacchi ai malcapitati per farli divorare dalle creature.
Ma è dopo la bella scena di apertura che racconta, tramite il piano sequenza e la soggettiva dei protagonisti, il giorno dell’invasione, che troviamo lo svarione narrativo più grosso con cui Krasinski pare dimenticarsi di come era terminato la precedente pellicola per offrirci una bella incongruenza degna dei film a episodi che tanto facevano infuriare (a scapito del povero James Caan) Kathy Bates in Misery non deve morire. Ma niente spoiler.
Il film prosegue, poi, sul canovaccio del precedente con Regan e Marcus che mettono in pericolo tutti quelli che gli capitano a tiro, facendo scelte più stupide di quelle di Ash Williams nei film de La Casa, la prima per fare la Wonder Woman della situazione, il secondo, più banalmente, perché se la fa addosso ogni 5 minuti. La sostanziale differenza è che stavolta il regista offre al pubblico uno scorcio mondo post apocalittico, in cui uomini buoni (tra cui riconosciamo l’attore afro americano, due volte candidato a premio Oscar Djimon Hounsou) e cattivi cercano di sopravvivere.
Il risultato di questa “uscita dal bunker” è comunque soddisfacente, pensiamo alle sequenza del vagone o dell’allarme antincendio, grazie anche alla buona interpretazione di Cillian Murphy.
L’unica domanda destinata a restare senza risposta (oltre a quella di quando arriverà il terzo capitolo) è perché i protagonisti girino a piedi nudi mentre tutti gli altri personaggi girovagano con ogni genere di calzature “rumorosa” senza che nemmeno un procione con la scabbia li infastidisca.
Andrea Persi
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