Disney + al modico prezzo di 69,99 l’anno ci ha dato la possibilità di rivedere classici del passato più o meno recente ma anche quella di “sperimentare” prodotti più recenti come il live action di Lily e il Vagabondo o questo film, tratto dall’omonimo romanzo del 2000 di Jerry Spinelli (autore anche di un sequel pubblicato nel 2207) diretto da Julia Hart, anche sceneggiatrice assieme a Kristin Hahn e Jordan Horowitz, per la fotografia di Bryce Fortner e le musiche di Rob Simonsen (Foxcatcher – una storia americana).

Leo Borlock (Graham Verchere) è uno studente del grigio liceo di Mica in Arizona che ha imparato a proprie spese a non farsi notare per non divenire oggetto di disapprovazione e scherno da parte degli altri, finché l’arrivo a scuola della solare e stravagante Stargirl Caraway (Grace VanderWaal) non porterà una ventata d’aria nuova nella vita del ragazzo e dell’intera scuola.

Quello che a prima vista può apparire come un teen-movie noioso, mal recitato (l’attore Karan Brar, già protagonista del telefilm Disney Jessie accanto allo scomparso Cameron Boyce che interpreta il miglior amico del protagonista ha l’espressività di un sarcofago atzeco) con musiche a stento discrete e adolescenti impegnati in ragionamenti esistenzialisti più astrusi di quelli dei ragazzi di Dawson’s Creek, se visto, in alcuni momenti con un certa fatica, fino alla fine e senza aspettative di trovare un blockbuster o un nuovo High School Musical (del resto il pur bravo Graham Verchere, famoso per l’horror Summer of 84 e per la serie tv The good doctor, sta a Zac Efron, come Lino Banfi sta a Brad Pitt), si rileva una pellicola molto più profonda di altri titoli del genere che s’interroga in tono a volte malinconico a volte ottimista sul rischio di conformismo in un ambiente anonimo come può essere una scuola e su come la comunità non debba per forza essere qualcosa che cancella l’individualità ma un gruppo in cui ognuno può essere se stesso, anche rompendo le regole non scritte, come quella di festeggiare se il giocatore più in gamba della squadra avversaria si fa male Apprezzabile anche la caratterizzazione della protagonista reale a magica allo stesso tempo e, soprattutto, molto al di là dei consueti stereotipi.

Commovente e nostalgico, ma soprattutto “diverso”.

Andrea Persi

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“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey

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