Quando l'oblio conquista la mente: Il potente viaggio dove ci portano  Samuel L. Jackson nella serie disponibile su AppleTv+ e  Walter Mosley l’autore del romanzo.

Il romanzo e la serie “Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey” si aprono con un’immagine straziante: un appartamento ingombro di vecchi oggetti, tra pile di polverose riviste e scatolette di fagioli vuote, mentre il telegiornale e la musica classica suonano in sottofondo senza essere realmente ascoltati da qualcuno. Questa è la dimora di Tolomeo Grey, un uomo afroamericano di 94 anni che combatte contro la demenza senile, interpretato magistralmente nella serie televisiva da Samuel L. Jackson, un attore straordinariamente poliedrico.

 

Man mano che si svelano le pagine del libro e si susseguono le puntate della serie, ci rendiamo conto che quell’appartamento è lo specchio della mente del protagonista, Tolomeo, il quale entra nei nostri cuori come una scheggia dolorosa. Chi, come chi scrive queste righe, ha vissuto una situazione simile con un proprio caro, non può fare a meno di immergersi nell’angoscia che aleggia tra le righe del romanzo e tra i minuti che scandiscono ogni episodio della serie; 6 episodi per l’esattezza, e ci offre una lenta e inesorabile discesa verso l’oblio di una mente confusa.

 

L’unica persona a prendersi cura di Tolomeo è suo nipote Reggie, interpretato da Omar Benson Miller, un giovane uomo sorridente e gentile che lo accompagna alle visite mediche che altrimenti dimenticherebbe e che gli fa compagnia alla tavola calda del quartiere, per assicurarsi che mangi un vero pasto.

 

Il romanzo e la serie ci trascinano quasi per il colletto nella sofferenza di chi, per scelta o per necessità, accudisce una persona destinata a diventare sempre più un estraneo nella propria vita, uno sconosciuto a se stesso, un intruso nella propria mente.

E ci serve, quasi con violenza, un piatto troppo amaro da mangiare, la fragilità di chi non può più fidarsi di nessuno perché sono tutti degli sconosciuti, anche se qualcosa, in fondo,  nel buglio della memoria, dice il contrario. Ma non si capisce cosa stia dicendo.

 

Quando Reggie viene ucciso, il destino di Tolomeo Grey sembra segnato: resterà completamente solo, in preda a una malattia che si sviluppa aggressivamente e senza pietà.

 

All’interno della sua mente confusa, i ricordi si mescolano tra passato e presente, con volti nuovi o familiari; il qui e ora diventa un concetto astratto, come cercare di afferrare l’aria o desiderare la vita eterna.

 

Cosa rimane della vita quando non siamo più in grado di ricordarla?

 

Questa è la straordinaria esperienza che aspetta il coraggioso viaggiatore che decide di immergersi nella mente di chi, la mente, l’ha persa. Il romanzo potrebbe forse ferire più della serie, perché non lascia speranza: nella memoria di Tolomeo non c’è spazio per altro oltre che per ciò che sta cercando di ricordare.

Leggere questo libro è come sbattere le gambe sugli spigoli di vecchie cassettiere, inciampare tra i sacchi ammassati e sedie rotte, mentre cerchi qualcosa che possa ancora tenerti legato alla realtà. Che ti ricordi cosa stavi cercando.

 

Tolomeo sa di avere una missione da compiere prima di andarsene, ma purtroppo non ricorda di cosa si tratti. Tuttavia, una grande opportunità gli si presenta: un farmaco sperimentale potrebbe riportare la sua mente al suo antico splendore, consentendogli di ricordare e completare la sua missione. Ma il prezzo da pagare è alto, la sua fine. 

Che sia mentale o fisica, ha davvero importanza? Cosa resta di un essere umano vivo se la sua mente svanisce?

 

Il viaggio proposto nel libro è lungo e pieno di dettagli, mentre nella serie si snoda rapidamente ma con grande intensità. Ho intrapreso un viaggio doppio, leggendo e guardando entrambe le versioni, e credo che mi abbia arricchito enormemente.

 

Spero che anche voi abbiate il coraggio di fare altrettanto, soprattutto se avete in famiglia una persona con simili difficoltà; perché in questa storia non c’è finzione; non c’è Superman o Thor a salvarci. Nella nostra vita gli eroi non indossano un mantello e questo racconto ce lo ricorda quasi prepotentemente.

 

Potreste non comprendere appieno la loro situazione, non come servirebbe per alleviare il dolore, il vostro ed il loro; ma sicuramente potrete guardare quella persona con occhi diversi, avendo dato una breve sbirciata nella vera confusione della sua mente.

 

Sì! Il viaggio in questa complessa storia di perdita e memoria è indubbiamente un’esperienza coinvolgente e appagante seppur sofferta e tortuosa; certamente non è un racconto facile da digerire. “Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey” è una profonda meditazione sulla fragilità della mente umana e sul significato della vita, un’opera che lascia un’impronta indelebile nel cuore dei lettori e degli spettatori. Perciò, vi invito ad avventurarvi nel labirinto della mente di Tolomeo Grey, e a scoprire con lui l’essenza stessa della memoria e dell’identità.

 

Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey
4.5/5

Incredibilmente, la mia valutazione per entrambe le versioni, libro e serie, è di 4,5 su 5.

 

Quello che manca? L'ho dimenticato...

Yea

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“If you can dream it, you can do it”. È uno degli aforismi motivazionali più famosi attribuito al genio Disney ma, in realtà non è stato lui a pronunciarla! La frase risale agli anni ’80 mentre il papà di topolino morì nel 1966. L’uomo che pronunciò realmente questa frase fu Tom Fitzgerald, un progettista che lavorava per Disney

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