Il prestigioso teatro romano Parioli, il Ministero della Cultura e L’Orchestra Italiana del Cinema hanno omaggiato il doppio anniversario (100 anni dal film e 50 della colonna sonora composta dallo stesso regista nel 1971) del capolavoro (o meglio di uno dei capolavori) di Charlie Chaplin con una due giorni di proiezioni con musica dal vivo eseguita dalla pianista e compositrice olandese Maud Nelissen, precedute da un’introduzione della stessa artista che ha brevemente riassunto la storia della lavorazione del film a cominciare dal rapporto di affiatamento artistico e poi di affetto che si è subito instaurato tra Chaplin e il giovanissimo Jackie Coogan (destinato a divenire noto tra il pubblico televisivo come lo zio Fester della storica serie tv sulla Famiglia Addams) fino ad alcuni aneddoti meno noti come lo spettacolo organizzato da Chaplin e Coogan per placare la preoccupazione dei finanziatori per i ritardi nella lavorazione e l’incidente occorso al comico inglese nella famosa scena del sogno, quando precipitò dalla carrucola che doveva simularne il volo.

La trama del film è arcinota: il vagabondo Charlot trova un orfano che cresce con amore e tanta immaginazione nonostante i propri limitati mezzi fino al momento in cui le autorità non cercano di portaglielo via. Nel frattempo la madre del bambino, pentitasi quasi subito del gesto di debolezza non ha mai perso la speranza di ritrovare il figlio sublimandone la perdita dedicandosi alle opere di carità ora che è divenuta una star di successo.   

Il film, nel quale Chaplin mise in scena i traumi dell’infanzia passata nell’orfanotrofio inglese di Lambeth con il fratello Sidney, fu girato in un periodo non particolarmente felice per l’artista che aveva da poco perso il suo primo figlio Norman Spencer, di appena tre giorni, e stava divorziando dalla moglie Mildred Harris che tramite i suoi avvocati tentò di sequestrare l’opera, costringendo Chaplin a montarlo clandestinamente lontano dalla California e dietro la parvenza di una semplice comica dai risvolti drammatici  (concetto comunque innovativo per l’epoca), rappresenta una potente denuncia delle ingiustizie della società americana verso i più indifesi. L’attore inglese, ispirandosi alle pellicole dell’amico David Wark Griffith e al dinamismo delle prime comiche (il famoso slapstick) utilizza in maniera innovativa il campo e il controcampo (si pensi alla famosa scena del “salvataggio”) creando alternanze ovviamente impossibili dal punto di vista spaziale  (un personaggio si trova sul tetto, l’altro in strada su un furgone) ma che si dimostrano efficacissime dal punto di vista narrativo ed emozionale.

Oltre a Coogan, che anni dopo Chaplin definirà un genio, importante è l’interpretazione nel ruolo della madre di Edna Purviance, con cui il comico intratterrà prima una relazione amorosa e poi una profonda amicizia tanto da mantenerla a libro paga anche dopo la fine della sua carriera d’attrice, semplicemente perfetta nell’esprimere la triste rassegnazione di una donna che ha abbandonato il suo bene più prezioso (si pensi alla scena in cui tenta di riconciliare il vagabondo con il bullo del quartiere).

Dopo 100 anni i 68 minuti della pellicola di Chaplin conservano intatta la loro freschezza e originalità e rappresentano il miglior esempio di ciò che Federico Fellini diceva del Cinema ovvero che “è il modo più diretto per entrare in competizione con Dio”

Andrea Persi

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giubors
“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey
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“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey

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