Dopo un’attesa biblica di tre anni dall’ultimo film per il pubblico a casa e di oltre 40 minuti per il pubblico in sala si è svolta l’altra sera la premiere italiana dell’ultimo film del regista Jordan Peele (Scappa – Get out, Noi), alla presenza dei protagonisti Daniel Kaluuya, premio Oscar lo scorso anno per Judas and the Black Messiah nonché interprete di pellicole fondamentali per la cinematografia mondiale come Johnny English – La rinascita e Kick-Ass 2 apparso in un completo color caramello degno di un’invernata a Leningrado e Keke Palmer reduce dalla raccapricciante pellicola le ragazze di Wall Street – Business Is Business, con indosso un “sobrio” abitino color limone fluorescente.
Dopo un inquietante e ben realizzato antefatto (che non c’entra un tubo col resto del film), seguiamo le vicende dei fratelli James (Daniel Kaluuya) e Jill Haywood (Keke Palmer), addestratori di cavalli per il Cinema, alle prese con la gestione della loro fattoria dopo l’improvvisa e misteriosa morte del padre e con una serie di strani eventi che coinvolgono anche il vicino Brian (Steven Yeun), ex attore bambino ora proprietario di un parco di divertimenti a tema western.
Come un dodicenne che affoga i waffles nello sciroppo d’acero, Peele sommerge le rare buone idee del film (l’antefatto e la relativa sottotrama di cui sopra, il riferimento a uno dei primi esperimenti di immagini in movimento, la famosa Sallie Gardner al galoppo di Eadweard Muybridge del 1878 e alcune buone scene suspence) in una trama senza capo né coda fatta di insulsaggini già viste e scopiazzate senza ritegno alcuno dai film di Tarantino, dal franchise fantascientico Cloverfield fino ai più recenti (e peggiori) sequel di Jurassic Park e tenuta insieme da una narrazione prolissa (oltre due ore) e incoerente (che ci rappresentano a livello narrativo il fatto che Jill sia gay o l’ex collega di lavoro sfregiata di Brian, o la vivacità di un blocco di tufo di James?)
Il povero spettatore si ritrova così come gli ignavi nell’inferno di Dante condannato a inseguire una storia nella vana speranza di trovarvi un senso o un anche un mero intrattenimento, ma rimanendo invece sommerso da quintali di noia e supponenza registica visto che Peele sembra subito essersi approfittato la sicurezza economica derivante dell’accordo quinquennale con la Universal per realizzare una roba qualunque pur di riempire la durata di un film.
Poveri noi!!!!!
Andrea Persi
Eccovi il trailer in Italiano