Oscar Wilde, che ne sapeva qualcosa, diceva che “la vita imita l’arte più di quanto l’arte imiti la vita”. Affermazione che ben si adatta a questo anticonvenzionale giallo di Ted George regista di sitcom inedite qui da noi This Country e Defending The Guilty

Londra, 1953. Durante il party per festeggiare la centesima replica dello spettacolo Trappola per topi, il cinico regista Leo Köpernick (Adrien Brody), che dovrebbe curarne la trasposizione cinematografica, viene ucciso. Il problematico, ma acuto, ispettore Stoppard (Sam Rockwell) e l’inesperta ma volenterosa agente Stalker (Saoirse Ronan), dovranno risolvere il caso prima che il misterioso omicida colpisca ancora, minacciando la stessa autrice del libro, Agatha Christie (Shirley Henderson).

Caratteristica maggiormente originale della storia è una sorta di “doppia finzione” con cui viene raccontata, non solo mescolando il giallo e la commedia (il che non sarebbe una novità) ma anche accuratezza storica a elementi chiaramente fittizi. Trappola per topi è stato realmente rappresentato per decenni al Teatro Ambassador di Londra e negli anni ’50 il protagonista è stato realmente un giovane attore di nome Richard Attenborough, destinato a diventare uno dei registi più rappresentativi del 20° secolo e ricordato dal pubblico più giovane per il ruolo del miliardario John Hammond in Jurassic Park, ma certamente Agatha Christie non aveva un cameriere che era la copia del suo amato\odiato Hercule Poirot, né il suo secondo marito (l’archeologo Max Mallowan) era un gioviale uomo di colore.

Il regista, in sostanza, gioca di continuo a sospendere e a ricostruire l’incredulità dello spettatore con una narrazione aderente alla Storia nei particolari scenici e biografici ma sostanzialmente inventata negli eventi principali, in cui l’artificiosità viene amplificata da narrazioni che si rivolgono direttamente al pubblico e rotture della quarta parete, in un insieme ch rendono il racconto frizzante e divertente anche se in parte rovinato dal citazionismo (filmico e letterario) estremo che può risultare ostico per taluni e lo spesso intraducibile umorismo inglese del film.

Ottima e convincente l’interpretazione della coppia di protagonisti (che chissà che non si possa rivedere insieme in un auspicabile sequel della pellicola) per un film che risolve, a modo proprio, uno dei misteri insoluti del mondo dello spettacolo: in 70 anni Trappola per topi non è mai diventato un film per il grande schermo.   

Andrea Persi

Eccovi il Trailer in Italiano

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“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey

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