Nei film fantasy di norma i personaggi vivono in un mondo magico (Il Signore degli Anelli, Lo Hobbit ecc) o ci finiscono (Le Cronache di Narnia, opera per antonomasia sulla scoperta di un mondo incantato, letteralmente in casa propria), o trasportano la magia nel proprio mondo (vedi la Storia Infinita, peraltro ora disponibile in streaming su Netflix).
La Disney e la sua consociata Pixar hanno invece deciso di fare qualcosa di diverso nel lungometraggio animato diretto e sceneggiato (assieme a Jason Headley e Keith Bunin) da Dan Scanlon (Monsters University), per la fotografia di Sharon Calahan e Adam Habib e le musiche di Mychael e Jeff Danna (La famiglia Addams).
In un mondo popolato da creature fantastiche ma da cui la magia è scomparsa, i giovani fratelli Elfi Ian (curiosa combinazione grafica del topo Remy di Ratatouille e del coprotagonista umano, Alfredo Linguini, doppiato da Alex Polidori) e Barley (Andrea Mete), si imbarcano in una difficile avventura per trovare un incantesimo che gli permetta di far tornare loro padre, morto quando erano piccoli.
Il film, che al Cinema sarà introdotto da un corto su I Simpson, che vedrà come protagonista la piccola e (forse) silenziosa Maggie, è basato su elementi autobiografici della vita di regista (la morte del padre quando era ragazzo e il rapporto col fratello) e rappresenta, senza il rischio di apparire eccessivi nell’affermarlo, un momento di svolta (o di rottura se si preferisce) con i canoni dei precedenti cartoon Disney. Attraverso la lente di un mondo fantasy i cui personaggi, come fatine che non sanno più volare e centauri che preferiscono andare in auto che correre, hanno in qualche modo smarrito loro stessi, vengono rappresentate, non rinunciando però al divertimento e all’avventura (straordinarie le sequenze alla Indiana Jones), situazioni e problematiche quanto mai attuali come l’alienazione dell’individuo causata dalla società dei consumi, la perdita di un affetto, la difficoltà di rapportarsi con gli altri, la diversità (abbiamo il primo personaggio di chiaramente omosessuale con tanto di famiglia), i quali, come nella vita vera non sempre, hanno un lieto fine ma che offrono comunque la possibilità di acquisire di una nuova colpevolezza di sé.
Lungometraggio animato straordinariamente innovativo dal punto di vista narrativo e dal titolo quanto mai azzeccato, visto che stavolta la Disney-Pixar va davvero oltre la magia e i suoi stereotipi alla scoperta di un mondo, il nostro, che può essere davvero, davvero, straordinario.
Andrea Persi