Salve a tutti, è proprio il caso di dire in questi giorni segnati dalla notizia del brutto incidente capitato nel set d’un film western in New Mexico, “Rust”. Purtroppo, oltre alla tragica notizia, mi è capitato di leggere tutta una serie di articoli scritti da persone che evidentemente di armi non sanno nulla. Ora, senza entrare nel merito della vicenda di cui si conoscono pochi e fumosi dettagli, vorrei fare delle mie considerazioni su quanto accaduto sperando di fare almeno un po’ di chiarezza sul discorso delle armi sceniche.
Andando per ordine, da quel che ho letto è chiaro che su quel set la cosa che è mancata di più è la professionalità, necessaria a maggior ragione quando si usano armi vere. L’addetto dovrebbe essere una figura di comprovata esperienza, sembra invece che chi era incaricato non ne avesse. Era una ventiquattrenne alla sua prima esperienza su un set cinematografico. Alla base c’è stata una profonda mancanza di professionalità e pressapochismo in questa troupe. Regola vuole che il maneggio delle armi sia prerogativa di una precisa figura professionale, quella del “maestro d’armi” che in questo caso non c’era. In Italia la tragedia non si sarebbe mai verificata anche perché esiste il Maestro d’armi.
Altra cosa che non mi torna è il fatto che l’attore Alec Baldwin abbia sparato in direzione dell’operatore della fotocamera che era su un carrello con un monitor e stava controllando le inquadrature insieme ad Hutchins, che stava invece appoggiata sulla sua spalla, e al regista del film Joel Souza, accovacciato proprio dietro di lei. Baldwin ha estratto la pistola dalla fondina e ha sparato una prima volta senza incidenti, alla seconda invece è partito il colpo proprio in direzione dei tre. Il proiettile dopo avere sfiorato l’operatore ha colpito la Hutchins e poi Souza. Perché? Che motivo c’era di puntare l’arma e sparare per ben due volte in quella direzione? E’ strano, ma saranno le autorità competenti a darci una risposta chiara.
Di una cosa sono certo, finora negli USA, patria del western, sono stati girati migliaia di film e questo è l’unico caso del genere che si è verificato. Evidentemente la professionalità è la principale assente.
Passiamo invece alle armi. Ho letto di armi a salve, munizioni a salve, munizioni a salve che uccidono e tante altre fesserie, vediamo di fare un po’ di precisazioni. Negli USA, così come in tanti altri Paesi, vengono usate armi vere con munizionamento a salve ovviamente per avere un effetto molto più realistico. Negli USA il possesso di armi e la relativa detenzione, come tutti sanno, è molto semplice e oltretutto il set è in una regione che si può considerare tranquillamente di frontiera, dove l’uso delle armi è più che comune, quindi reperire munizioni vere è semplicissimo, ma un giorno qualcuno ci dirà perché sul set giravano munizioni vere.
In Italia, la legislazione sulle armi sceniche è molto più rigida e quello che è accaduto sul set di “Rust” da noi non potrebbe mai accadere in quanto se un arma accidentalmente venisse caricata con una cartuccia vera, la stessa esploderebbe al momento della sparo in quanto ha modifiche tali che non consentono la fuoriuscita del proiettile.
Le armi sceniche fondamentalmente si dividono in due categorie. Abbiamo i simulacri, ovvero armi che riproducono fedelmente le armi vere ma solo nella forma, in quanto non hanno parti meccaniche funzionanti, costruite di solito con plastica e metallo, fornite di solito alle comparse e ai figuranti. Poi ci sono le armi vere alle quali vengono apportate modifiche affinché possano riprodurre lo sparo con munizioni a salve ma non siano in grado di sparare munizioni vere. Per i revolver viene alesata e allargata la canna di oltre il 10% così da togliere la rigatura e inoltre viene fissato all’interno un perno passante in acciaio così da occludere parzialmente la canna. Per intenderci, nei vecchi spaghetti western di solito si usava un revolver cal.38, ma con la canna calibro 45.
Nel caso delle semiautomatiche, affinché possa compiere il ciclo funzionale di sparo, viene cambiata la canna con una “strozzata” in modo da permettere al gas di muovere sia il carrello che l’otturatore. In più viene modificata la camera di cartuccia in modo da non permettere l’inserimento di un proiettile vero nemmeno per sbaglio.
Passiamo ora alle cartucce a salve. Esse contengono solamente polvere da sparo e solitamente hanno una chiusura a stella sulla punta, non sono assolutamente letali, ma naturalmente se sparate a distanza molto ravvicinata possono senz’altro arrecare danni o ferire in modo più o meno serio perché provocano comunque un onda d’urto e una considerevole fiammata nonché il “botto“ che può nuocere all’udito. Ovviamente vanno maneggiate sempre con la massima attenzione.
Spero con queste riflessioni di aver fatto un minimo di chiarezza sulla confusione che regna su questo tipo di informazione.
di Marco Fanciulli, esperto d’armi e consulente cinematografico