Sei personaggi in cerca di amore nella periferia romana. Francesca (Barbara Ronchi) è una moglie infelice il cui figlio adolescente Sergio (Luca Nozzoli) convince la compagna di classe Maria (Margherita Rebeggiani) da cui è attratto a fare l’amore con loro coetaneo. Il medico di Francesca, Guglielmo (Fabrizio Bentivoglio) è un malinconico divorziato che trova qualche momento di conforto frequentando la prostituta Ana (Tesa Litvan), che sogna di cambiar vita assieme al gioviale commesso Matteo (Enrico Borello).
La giovane regista Giulia Steigerwalt ha esordito come attrice con Gabriele Muccino nei suoi primi film Come te nessuno e L’ultimo bacio e in questo suo film d’esordio riprende i temi propri del regista romano come gli intrecci sentimentali complessi e il problema della incomunicabilità evitando pero sequenze eccessivamente conflittuali (quasi al limite dell’isteria) delle opere di Muccino, in favore di un disagio interiore, venato di momenti comici, espresso (si veda la scena del pronto soccorso), più nello stile di Nanni Moretti da lunghi silenzi e vani tentativi di dialogo.
Una scelta questa certamente azzeccata, sia perché evita che il film si risolva in una fotocopia delle pellicole di Muccino e sia perché consente un interessante sviluppo della trama nella quale centrali non sono i dialoghi bensì le azioni dei protagonisti come nel caso del marito di Francesca (Andrea Sartoretti) che non le prende da bere o dell’avvicinamento tra Sergio e Maria (bravissimi i giovani attori che li interpretano) che avviene mentre il ragazzo cerca, con la spontaneità e anche la comica goffaggine degli adolescenti, di spiegarle come deve comportarsi con l’amico.
Pellicola fresca e originale a cui si può rimproverare unicamente una certa predilezione (tipica delle opere prime) per il favolistico e il lieto fine a tutti i costi piuttosto che per il realismo.
Andrea Persi
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