Finalmente posso dire la mia sul film più atteso dell’anno (e della Fase 4 della Marvel) diretto sempre da Joe Watts il quale in attesa dell’annunciato sequel toccherà il difficile compito di dirigere (dopo una serie di tentativi falliti) la trasposizione sullo schermo dei mitici Fantastici Quattro.
Dopo che la sua identità segreta è stata rivelata per Peter Parker (Tom Holland) la vita si è fatta difficile. Benché assolto dall’accusa di aver commesso reati, il ragazzo deve affrontare il giudizio dell’opinione pubblica divisa tra chi lo considera un eroe e chi un criminale. Per risolvere i suoi problemi ed evitare che questi si riflettano sui suoi cari, Peter chiede allo stregone Stephen Strange (Benedict Cumberbatch) di lanciare un incantesimo che faccia dimenticare a tutti la sua identità segreta. Ma il tentativo finisce per provocare devastanti conseguenze sull’intero creato
Dalla premessa da teen movie, un adolescente crea il caos cercando una scappatoia per sfuggire dalle proprie responsabilità, Watts sviluppa una pellicola estremamente significativa per universo Marvel non solo per i colpi di scena, i rimandi ai precedenti Spiderman di Sam Raimi e Amazing Spiderman o per l’ufficiale introduzione del concetto di multiverso, ma anche perché, tra camei e indizi visivi (notare ad esempio i cartelloni pubblicitari che si vedono durante il volo iniziale di Spiderman e MJ su Manhattan) che fanno la gioia dei fan (sopratutto per la possibilità di sbirciare cosa è successo negli altri universi dopo la fine dei rispettivi film), viene contestualizzato il mondo in cui si snodano le vicende del Peter Parker interpretato da Tom Holland, aperte nuove possibilità sui poteri del supereroe, si veda la scena dello scontro con Strange, all’ingresso di ulteriori personaggi, tra cui, senza rischiare spoiler visto i riferimenti anche nei film precedenti, potremmo citare Miles Morales o l’Hobgoblin e, soprattutto condotto a termine il percorso di crescita interiore del protagonista, che dovrà fare i conti col proprio lato oscuro come successe a Maguire in Spiderman 3, senza che questo però significhi la fine delle sue avventure (il quarto capitolo è già in preproduzione, infatti).
Ma No way home è principalmente un film sulle “scorciatoie”. Scorciatoia è quella scelta dal protagonista di usare la magia per risolvere i suoi problemi anziché affrontarli e scorciatoia è quella che emerge nel corso del film, attraverso i ritorni di Jamie Foxx, Rhys Ifans, Thomas Haden Church, Alfred Molina e Willem Defoe (stratosferici gli ultimi due), di eliminare i nemici anziché tentarne la redenzione. Il ragazzo sceglie le prime, l’uomo di affrontare i problemi.
Una profondità narrativa dietro l’apparente banalità della storia che unita alla cura estetica e alla bravura degli attori (primo fra tutti il protagonista), rappresenta la risposta più efficace ai critici dei cinecomics.
Andrea Persi
Eccovi il trailer