Peter (Hugh Jackman) è un ricco avvocato che vive agiatamente in un elegante appartamento di New York con la moglie Beth (Vanessa Kirby) e il figlioletto di un anno. Una sera si presenta alla porta Kate (Laura Dern) prima moglie dell’uomo, che si dice molto preoccupata per loro figlio, l’adolescente Nicholas (Zen McGrath), che da mesi a smesso di andare a scuole scuola e sta assumendo comportamenti sempre più oscuri. Il tentativo di aiutare il ragazzo condurrà Peter a un difficile confronto con le scelte del suo passato e col rapporto con il padre Anthony (Anthony Hopkins).

Terza opera della trilogia teatrale scritta dallo stesso regista Florian Zeller (di cui fanno parte La madre e Il padre, già trasposto in un’ottima pellicola del 2020 con Anthony Hopkins e Olivia Colman) sulle dinamiche familiari messe in crisi dai problemi di un suo componente, qui costituite da una situazione di inadeguatezza e disagio tipicamente (e tristemente note) degli adolescenti, in opposizione al decadimento fisico su cui era incentrato il precedente film.

Eccovi il trailer in Italiano

Muta anche la prospettiva per il pubblico che in The Father condivideva quella del protagonista e che, invece, in questa pellicola diventa, come gli altri personaggi, un mero osservatore di un disagio che, tra apparenti miglioramenti e bugie (che ricordano quelle de L’avversario di Nicole Garcia), diviene via via crescente fino a un inevitabile culmine che però non si sa quando o come verrà raggiunto. E, in effetti l’unica pecca del film è costituita proprio da una certa rigidità narrativa che porta Zoller a diluire il racconto in sequenze prolisse e inutili (quante volte lo dobbiamo dire che Peter sta per ottenere un prestigioso posto a Washington o sorbirci i flashback dell’uomo che insegna a Nicholas a nuotare?) sebbene alcune suggestioni visive, come l’ossessivo primo piano del cestello della lavatrice che ruota, appaiono molto interessanti

E interessante è anche il piccolo ruolo affidato a Anthony Hopkins, svolto con il consueto talento, nei panni del padre del protagonista. Un genitore cinico, egoista e affetto da non meglio chiariti problemi di salute, che sembra quasi corrispondere al protagonista di The father prima della malattia (in più di una sequenza del film viene, infatti, sottolineato, come da “sano” preferisse una figlia a un’altra) e il cui comportamento ha influenzato pesantemente quello del figlio che cerca di essere un genitore diverso, al punto però di non essere nemmeno lui equilibrato per il troppo amore verso il figlio e per la smania di non somigliare al proprio genitore.

Un film duro, commovente e complessivamente ben recitato, nonostante una certa freddezza di Hugh Jackman in un ruolo per lui inusuale e un eccesso, quasi ridicolo, di enfasi nella recitazione di Laura Dern, disponibile ora sulla piattaforma Amazon Prime. 

Andrea Persi

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giubors
“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey
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