Nel 1986, i coniugi Warren (Vera Famiga e Patrick Wilson) si sono ritirati dalla loro attività investigativa sui fenomeni paranormali, limitandosi all’insegnamento e prendendosi cura della figlia Judy (Mia Tomlinson) prossima a sposarsi con il fidanzato Tony (Ben Hardy). Ma gli eventi misteriosi e sinistri di cui è vittima la famiglia Smurl, coinvolgeranno anche loro.  

Dopo dodici anni e una serie di pellicole prequel e spin off ambientate nel medesimo universo (come i tre Annabelle e i due The nun) arriva il capitolo finale di una saga che ha avuto risultati altalenanti, ma che il meglio di sé lo ha dato nelle pellicole con i due protagonisti storici.

Anche in questo caso, sebbene la storia si riduca a una interminabile (la pellicola dura due ore e un quarto) carrellata, di jumpscare più o meno riusciti, interrotta dalle consuete scene domestiche di casa Warren, la presenza e la bravura dei due protagonisti risalta anche nelle scene più improbabili (il cardiopatico Ed che sfida tutti gli invitati al suo compleanno a ping pong e tracanna birra in tutta tranquillità) nonostante la banalità del soggetto basato sul solito nemico dal passato che ritorna (Palpatine sei tu?) stavolta sotto forma di un demone simil Gollum e così sfigato da non avere nemmeno un nome e la sceneggiatura spezzettata: gli occhialuti Smurl passano in cinque minuti dalla preoccupazione al panico più totale senza soluzione di continuità, mentre membri della loro famiglia spariscono letteralmente dalla storia senza un straccetto di spiegazione sensata e allo spettatore vengono propinati veri e propri tormentoni come i preparativi delle nozze di Judy con il disoccupato Tony sotto lo sguardo ostile (e ci credo) di Ed, che però regalano momenti che alleggeriscono la trama, o l’ossessiva filastrocca che protegge la ragazza dalle presenze demoniache e con i morti ridotti al minimo sindacale al solito personaggio secondario che serve a mostrare che la situazione è “grave ma non seria”.

In sostanza a Michael Chaves, già regista di The nun 2 (lo spin off dell’esorcismo enologico, come Annabelle 3 era quello dell’esorcismo videoregistrato) sembra interessare di più dare una conclusione epica alle vicende dei Warren (nella vita reale da molti visti come dei semplici ciarlatani) che spaventare il pubblico.

Un obbiettivo centrato in pieno e che possiamo ritenere essere anche giusto per l’uscita di scena di due personaggi diventati iconici nel panorama horror, ma che rischia di rendere il film una delusione per gli appassionati del genere.

Andrea Persi

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“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey

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