Dopo aver concluso felicemente, anche se in maniera rocambolesca, il loro primo caso (allerta spoiler: non andate a vedere questo film se non avete visto il primo) come membri della ZDP e salvato la città di Zootropolis, la coniglietta Judy Hopps (Ilaria Latini) e la volpe Nick Wilde (Alessandro Quarta) si trovano coinvolti in nuovo mistero durante il centenario della creazione delle barriere meteorologiche che rendono possibile l’esistenza di habitat adatti per le diverse specie che riguarda la Vipera Gary (Max Angioni) affonda le sue radici nell’esilio dei rettili dal resto della comunità.
Dieci anni dopo la prima pellicola che chiuse la sua corsa trionfale con un miliardo di dollari d’incasso, un premio Oscar e il titolo di 14º film d’animazione con maggiori incassi nella storia del cinema (4º nella storia della Disney, dietro a Frozen – Il regno di ghiaccio) e un franchise che, in verità si è limitato a una serie di sei cortometraggi trasmessi da Disney + tornano le avventure (un po’ alla Starsky e Hutch un po’ alla Arma letale) di un’ improbabile coppia di poliziotti in un’improbabile metropoli di animali antropomorfi dove tuttavia e le caratteristiche delle diverse specie strappano una risata (pensiamo a mitico bradipo Flash del primo film o il sindaco-cavallo ed ex attore Brian Winddancer) dall’altro sono funzionali a sottolineare quella sotterranea e latente paura dei diversi (Judy e Nick sono l’unica coppia di mista di colleghi) che accanto al concetto di famiglia, intesa non tanto come vincolo di sangue (che anzi spesso cela una realtà disfunzionale) ma come legame affettivo, costituiscono i temi principali del film .
Un film in cui si può ritrovare molto del precedente lavoro del regista Byron Howard Encanto, opera di discreto successo ma reso pesante dalle scelte di una trama troppo articolata e dal fatto di essere un musical. Qui Howard corregge questi errori (nella colonna sonora del premio Oscar Michael Giacchino abbiamo unicamente il brano Zoo cantato da Gazelle, versione animata di Shakira e doppiata da Ilaria Stagni e la trama benché articolata fino all’ultimo colpo di scena, appare molto più lineare) e unitamente al lavoro tecnico fatto dalla co-regista Jodie Trinidad, storyboard artist che ha curato la grafica oltre che del precedente capitolo, di opere come, la Principessa e il ranocchio, Ralph Spaccatuto e Frozen II, crea un film piacevole e divertente anche per le innumerevoli citazioni sparse nella storia che vanno da altri classici Disney a Indiana Jones, al silenzio degli Innocenti fino a Shining e per la ricchezza, nella versione inglese delle “voci” dei protagonisti.
Se, infatti, accanto ai nostri ottimi professionisti del doppiaggio possiamo trovare le voci di Paolo Ruffini, Leo Gullotta e perfino degli ex calciatori Alessandro Del Piero e Claudio Marchisio, nel doppiaggio americano possiamo ascoltare uno sterminato esercito di voci famose (alcune già presenti nel primo film) tra cui: la già menzionata Shakira, il Goonie e premio Oscar Ke Huy Quan, a Michael J. Fox, Macaulay Culkin, Ed Sheeran, Danny Trejo e Jean Reno.
Insomma, è molto difficile trovare difetti a questo secondo capitolo di Zootropolis, speriamo solo che non ci vogliano altri due lustri per il terzo perché se dieci anni sono una goccia nel mare per i cartoon per il loro pubblico sono molto tempo.
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