La psicologa Tess Coleman (Jamie Lee Curtis) ha problemi con la figlia Anna (Lindasy Loahn), affermata discografica che a sua volta non riesce a instaurare un buon rapporto con la propria figlia Harper (Julia Butters) ed è in procinto di sposarsi con l’affascinante vedovo Eric (Manny Jacinto) la cui figlia Lilly (Sophia Hammons) detesta l’idea di entrare nella famiglia Coleman e vorrebbe tornare nella natia Inghilterra. Ma un evento imprevisto e magico potrebbe cambiare le cose.
Sequel del film del 2003, a sua volta tratto dal classico Disney Tutto accadde un venerdì del 1976,con una giovanissima Jodie Foster, che è stato anche fonte di ispirazione di popolari commedie per famiglie degli anni ’80 come Tale padre, tale figlio con Dudley Moore e Kirk Cameron o Viceversa con Judge Reinhold e Fred Savage, il film della canadese Nisha Ganatra potrebbe essere riassunto nella frase che Carlo Verdone pronuncia in C’era un cinese in coma quando apostrofa il prestigiatore Tiepolo dicendo: “fai trucchi di magia così vecchi che manco a Pompei facevano”.
In effetti, il goffo tentativo di esaltare utilizzando l’umorismo, le famiglie allargate composte da genitori single e fratellastri\sorellastre si infrange contro un muro fatto di battute stantie (ancora stiamo alle imbranate al volante che quasi distruggono macchine sportive o a gag sull’uso di termini come “cool”, “boomers” e millennials”?) mentre la sovrabbondanza di personalità scambiate riesce solo a confondere lo spettatore, che ancora si chiede come abbia fatto Anne ad avere un figlio a 20 anni (manco fossimo un episodio di Settimo cielo), fare carriera nel mondo della musica e a crescere da sola (non poniamoci la domanda su dove sia finito il padre, in quanto destinata a restare tale) il suddetto figlio, il quale (lo spettatore, ma forse anche il figlio di Anne) viene ulteriormente tediato dalla insignificanza dei personaggi maschili ridotti al ruolo di macchiette (vedi il personaggio di Mark Harmon apprezzato e fascinoso attore degli anni 80 e 90 o il perfido insegnate di Anne, interpretato da Stephen Tobolowsky, o, ancora, l’ex fiamma giovanile della donna, interpreta dall’ex idolo delle teenager Chad Michael Murray) che vengono addirittura fatti praticamente sparire dalla storia (come il fratello minore di Anne) per dare spazio ad altri improbabili comprimari come la cantante in crisi amorosa Ella (Maitreyi Ramakrishnan) o la medium – cameriera Madame Jen (Vanessa Beyer).
Unica a svettare sulla noia totale, inframezzata qualche sporadica risata, è Jamie Lee Curtis che nonostante il titolo nobiliare di baronessa di Haden Guest ereditato dal marito, si conferma autentica diva nazional popolare per il pubblico generalista (capace di dare dignità anche a scontatissimi sketch sul botox), il che fa ben sperare per la sua prossima interpretazione da protagonista nel reboot de La signora in giallo.
All’epoca Freaky Friday fu un discreto successo di pubblico e critica, finito poi a fare da “tappabucchi” nei palinsesti domenicali delle tv.
Quindi, considerando il livello di questo sequel non possiamo che porci una domanda: Perché?
Andrea Persi