Una vignetta molto simpatica che circola in questi giorni in rete è una parodia della famosa scena in cui Lord Fener (o Vader) fa rapporto al titanico ologramma dell’imperatore ne L’impero colpisce ancora ma in cui al posto del machiavellico Palpatine troviamo Mickey Mouse che chiede lumi sulla nascita della piattaforma streaming della Disney e che in maniera soddisfatta conclude con la celebre frase del governatore Tarkin: “questa sarà la fine di Netflix e della sua insignificante ribellione”.
Efficace per farsi una risata, la vignetta illustra anche quanto il personaggio, un quanto mai arzillo vecchietto che oggi compie, in barba ai suoi simili in carne e ossa, 91 anni e noto come Mikkī Mausu in Giappone e Mikki Mús in Islanda, sia divenuto talmente iconico non solo da essere più conosciuto di Gesù e Babbo Natale, ma da farne difendere da parte della società che li detiene, i diritti di sfruttamento con le unghie e i con i denti in vista dalla fatidica data del 2023 quando Topolino dovrebbe diventare di dominio pubblico.
Ma quali sono le ragioni di un successo così straordinario?
Creato nel 1928 dallo stesso Disney, che poco tempo prima aveva perso i diritti della sua prima creatura di successo, Oswald il Coniglio Fortunato (che saranno riacquistati dalla società da lui creata solo nel 2006) e che raccontò di essersi ispirato a un topo che aveva addomesticato nel suo studio di Kansas City e dal fumettista Ub Iwerks, Topolino esordisce lo stesso anno nel rivoluzionario, per l’epoca, cortometraggio animato Steamboat Willie, di cui un sequel fumettistico “Topolino e il fiume del tempo” è stato pubblicato nel 1998, affermandosi come personaggio positivo anche se inizialmente buffo e ingenuo, come appare ancora oggi in alcune spettacoli per bambini, ma evolvendosi ben presto, grazie anche all’introduzione di spalle quali Pippo o Pluto a cui vennero“delegato” il ruolo di intrattenimento comico, in un eroe dalle mille risorse e dal profondo acume, capace di tenere testa non solo a storici antagonisti quali il gatto Gambadilegno o l’ umano Macchianera, ma anche a invasori extraterresti (si veda la saga di Topolino e I Guardiani della Galassia, chiaramente ispirata a Star Wars), spettri (il fumetto “a bivi” Topolino e il segreto del castello) oe a misteri spazio temporali (Topolino e la villa dei misteri o la serie dei viaggi con la macchina del tempo) e persino di esplorare il proprio lato oscuro, come nel “nerissimo” cartone del 1995 Topolino e il cervello in fuga.
Una versatilità rara per un personaggio dei fumetti che lo ha reso l’eroe, fatto a loro somiglianza, di grandi e piccini come fa intonare Kubrick ai suoi marines dell’inquietante finale di Full Metal Jacket, pensando di fare dell’umorismo macabro, ma in realtà riassumendo tutta la magia del personaggio