Pensare che un fumetto, tralasciando l’estinzione decretata dai gusti del pubblico, possa finire sembra quasi un’assurdità. Tra resurrezioni, celeberrima quella di Superman, universi paralleli, si pensi alla saga della Crisi delle Terre Infinite creata sempre dalla DC Comics, cure miracolose e superpoteri, sembra difficile che una storia possa avere termine. Eppure il penultimo film della cosiddetta Fase Tre del Marvel Cinematic Universe (che chiuderà con l’imminente secondo film su Spiderman in arrivo a luglio) sembra proprio voler chiudere un’epopea che ha avuto inizio ben 11 anni fa.
A dirigerlo i fratelli Joe e Antony Russo (Welcome to Collinwood, Avengers: Infinity War), mentre la sceneggiatura è curata dalla coppia Christopher Markus e Stephen McFeely (Tu chiamami Peter, la trilogia de Le cronache di Narnia), la fotografia da Trent Opaloch (District 9, Captain America: Civil War) e le musiche da Alan Silvestri (L’occhio del gatto, Ready player one).
Dopo che il Titano Thanos (Josh Brolin) ha sterminato metà della vita nell’universo, gli Avengers sopravvissuti cercano di ricostruire una Terra sprofondata nel caos e nella disperazione, finché uno di loro non elabora un piano per cancellare quanto è successo. Un piano, che però, potrebbe costare un prezzo molto alto, soprattutto per qualcuno dei supereroi.
I fratelli Russo costruiscono in maniera impeccabile una pellicola, certamente più oscura delle precedenti, che non solo riesce, ispirandosi a Ritorno al futuro di Zemeckis, a dare una sintesi all’intero franchise prodotto fino a ora, ma anche a raccontare una storia ricca di colpi di scena sul destino dei protagonisti, impresa non facile viste le dichiarazioni di Chris Evans sul suo Capitan America e le notizie sul prossimo Spiderman, divertimento, affidato soprattutto al dispettoso Rocket e a una versione mammona e “lebowskiana” di Thor, interpretato sempre da Chris Hemsworth e in parte a un’inedita versione di Hulk (Mark Ruffalo) e Ant Man (Paul Rudd) che anzi fungono come una sorta di “ponte” tra i primi e i personaggi di più seri, quasi tragici in certi momenti, di Capitan America (il già citato Evans), Iroman (Robert Downey Jr), la Vedova Nera (Scarlett Johansson) e Occhio di falco (Jeremy Renner), protagonisti delle scene più commoventi del film. Sì, perché anche se può sembrare strano per una pellicola d’intrattenimento, l’opera, grazie anche all’effetto empatia maturato tra i fan nel corso del tempo attraverso i precedenti capitoli, riesce a far sentire allo spettatore, similmente a quello che succede ne La storia infinita di Wolfgang Petersen, come se vivesse le esperienze del film a fianco dei suoi eroi percependone le sensazioni e il loro lato più fragile: in questo senso straziante e allo stesso tempo adrenalinica la scena sul pianeta Vomir e da lacrime il finale dello scontro decisivo.
Il “gioco” iniziato nel 2008 con il primo Ironman giunge, dunque, al termine nel migliore dei modi. Ce ne saranno altri ma questo ci mancherà sempre.
Andrea Persi