Il tormentato Cardinale Thomas Lawrence (Ralph Fiennes), si trova a presiedere il conclave per l’elezione del nuovo pontefice. Dovrà affrontare gli intrighi e i segreti dei diversi candidati, mentre per le vie di Roma è alta la tensione per possibili attacchi terroristici. 

Tratto dall’omonimo romanzo di Thomas Harris e diretto dal premio Oscar Edward Berger, il film rappresenta un giallo della stanza chiusa, ambientato nella stanza chiusa per antonomasia: ossia la Città del Vaticano durante l’elezione del nuovo Papa (sebbene alcune scene che dovrebbero essere ambientate nella Domus Santa Marta siano palesemente girate all’ Eur, quindi a km dalla Santa Sede) che si sviluppa in un crescendo di rivelazioni e colpi di scena sempre più imprevedibili (che seguono quasi fedelmente gli eventi del libro) resi in maniera credibile per lo spettatore grazie anche alla performance del cast internazionale che comprende oltre a Fiennes (stavolta col naso) Stanley Tucci (il Segretario di Stato Bellini), John Lithgow (il Cardinale Tremblay), Lucian Msamati (il Cardinale Adeyemi), Sergio Castelitto (il Cardinale Tedesco, rappresentate dell’ala più ortodossa del Sacro Collegio), Carlos Diehz (il cardinale Benitez) e Isabella Rossellini nel ruolo di Sorella Agnes.

Un microcosmo di personaggi che nel loro modo di vivere la fede “dubitando” come Lawrence, con timore come Bellini o con arroganza come Tedesco, ci mostrano non solo le diverse anime della Chiesa moderna, ma anche e, soprattutto, le fragilità dell’uomo (anche di quelli, in ipotesi, migliori) che in nome di un’ambizione che, in fondo, nasconde insicurezza, è pronto a cercare di manovrare l’esito dell’elezione con qualunque mezzo, causando come una profezia che si autoavvera, un labirintico gioco d’intrighi e inganni in cui lo spettatore più attento non potrà non riconoscere la medesima struttura narrativa del film La talpa di Tomas Alfredson, tratto dal best seller di John Le Carré (non a caso lo sceneggiatore anche di questa pellicola è Peter Straughan) in cui abbiamo un personaggio per qualche ragione “fuori dai giochi” (l’ex agente George Smiley nel primo caso, un Cardinale non certo tra i favoriti in questo) che, suo malgrado, dovrà restituire stabilità a un’istituzione minacciata dal suo stesso interno oltre che da nemici esterni.

Un thriller robusto, diretto con mano sicura e interpretato da attori di grande livello ed esperienza che ha già ottenuto sei candidature ai prossimi Golden Globe in categorie di prestigiose (il miglior film drammatico, miglior attore protagonista, migliore attrice non protagonista per Isabella Rossellini, migliore regia, migliore sceneggiatura e migliore colonna sonora) e che sicuramente sarà uno dei favori nella corsa agli Oscar.

Andrea Persi

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“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey
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