Il neodiplomato Leonardo (Manfredi Marini) parte per Londra per far visita alla sorella Arianna (Vittoria Pianeta) ed iscriversi a un college della capitale inglese. Ma il viaggio da fisico si tramuterà presto in un travagliato percorso interiore nel disagio del periodo che separa la fine dell’adolescenza con l’inizio della maturità.
Diretto da Giovanni Tortorici, già assistente alla regia di Luca Guadagnino, e probabilmente ispirato alle proprie esperienze autobiografiche (non a caso anche il regista aveva 19 anni nel 2015, anno in cui è ambientato la storia), il film ha come limite non tanto l’alternarsi di situazioni confuse e caotiche, che anzi rappresentano egregiamente le insicurezze e le indecisioni dei giovani che escono dalla spensieratezza dell’adolescenza, ma che cercano di “rientrarvi” nel tentativo di riempire il vuoto e il disorientamento che deriva dalle difficoltà di di trovare il loro posto nell’età adulta, magari compiendo scelte anticonformiste ed estreme come l’isolarsi, metaforicamente e materialmente dagli altri della propria età, interessandosi ossessivamente solo all’arte e alla letteratura, quanto un cast che tolto il giovane protagonista sembra scelto ai grandi magazzini e la mancanza di un epilogo narrativo vero e proprio.
È, infatti, inutile e controproducente per la storia, oltre a far crollare a zero l’attenzione del pubblico, fare lo slalom tra scene apparentemente astruse ma dense di significato che descrivono il disagio del protagonista, si veda la sequenza in cui Leonardo stigmatizza la mancanza di moralità dei poeti moderni ma poi si eccita con la visione di “Salò o le 120 giornate di Sodoma” di Pier Paolo Pasolini, per poi arrivare a una conclusione che non mette lo spettatore in condizioni di capire il viaggio emotivo che ha condotto il protagonista a quel determinato punto di arrivo.
Con i kolossal hollywoodiani del dopo Oscar e la nuova commedia di Paolo Genovese in arrivo, questo Giovane Holden nostrano, sembra destinata a passare al cinema con la velocità di una meteora. E questo è un peccato.
Andrea Persi
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