“L’insieme di tutti gli insiemi che non appartengono a se stessi appartiene a se stesso se e solo se non appartiene a se stesso” questo complicatissimo scioglilingua, riassumibile nella frase: “l’insieme di tutte le tazze non è una tazza” è uno dei più celebri paradossi, formulato all’inizio del XX° secolo da Bertand Rusell ed è al centro, assieme al calabrone che ne da il titolo e tanti altri aforismi filosofico matematici, del thriller drammatico, girato interamente a Roma, ma ambientato in una Milano ricostruita al computer, diretto dal regista Roberto Cimini e uscito in dvd e blu ray per la Eagle Picture.
Il giovane e famoso DJ radiofonico Steph (Lorenzo Richelmy) sta conducendo la sua consueta trasmissione serale, quando uno sconosciuto (Sergio Castellito) lo chiama, dicendo che ha intenzione di suicidarsi, facendosi saltare in aria nel centro di Milano se lui non farà ciò che vuole. Mentre i Carabinieri guidati dalla risoluta Rosa Amedei (Anna Foglietta) cercano di individuare l’attentatore prima che agisca, Steph dovrà ingaggiare con questi una difficile guerra di nervi per evitare la catastrofe.
Da soggetto piuttosto abusato nella tv e nel Cinema (pensiamo a Speed, di Jan De Bont), e anche nella letteratura (Io Uccido di Giorgio Faletti), Cimini costruisce una pellicola intrigante non solo per i vari colpi di scena e l’imprevedibile epilogo ma anche per la capacità di mantenersi, sia pure con qualche sbavatura fumettistica, su binari di verosimiglianza, senza cadere (come per La stanza di Stefano Luodovichi) in una narrazione forzata o poco convincente.
Merito questo delle ottime le interpretazioni maschili di Richelmy e Castellito, mentre Anna Foglietta (attrice comica e drammatica senza dubbio talentuosa) sembra essere stata piazzata nel cast con un personaggio sostanzialmente inutile oltre che antipatico solo per rispettare le quote rosa nel cast.
Un altro aspetto particolarmente interessante della storia è, poi, la rappresentazione della violenza (minacciata o messa in atto) come forza in grado di, in un certo senso, sequestrare l’universo esistenziale di chi ne è vittima e sostituirlo con quello del suo aguzzino. Nel film, infatti, il mondo d Steph, fatto di discorsi frivoli e canzonette viene forzatamente sostituito da quello dello sconosciuto fatto di ragionamenti filosofico-esistenziali e musica classica (pedantemente pretesa dall’uomo all’altro capo del telefono), dando così vita a un grottesco spettacolo di prevaricazione personalem capace di attirare morbosamente le persone (“stasera abbiamo ascolti da record” viene sottolineato in più di un’occasione).
La violenza, dunque, come umiliazione assoluta per chi la subisce e come passatempo per chi osserva. Un binomio vecchio come i giochi dei gladiatori che troverà nel finale, in cui il quadro narrativo verrà totalmente ribaltato, la sua completa espressione, nella rassegnata accettazione, sia pure mitigata da un barlume di speranza sulla preservazione dell’innocenza, del fatto che, come disse William Golding: “l’uomo produce il male come le api producono il miele”.
Notevoli, infine, anche gli extra che comprendono: il trailer, le interviste sul set, il backstage, il documentario sul film e l’approfondimento sugli effetti speciali.
Andrea Persi
Eccovi il il trailer