Vedendo come sappiamo essere autodistruttivi da soli, si capisce perché Ronald Emmerich nei suoi film abbia spesso scatenato gli elementi contro l’umanità a causa della sua stessa stupidità. Ed ecco quindi arrivare l’ultimo capitolo di quella che potremmo definire un’ideale trilogia apocalittica in cui dopo il nostro stesso martoriato pianeta (L’alba del giorno dopo), il Sole (2012) tocca alla luna scatenare la devastazione sul mondo.

La luna esce improvvisamente dalla propria orbita ed entra in rotta di collisione con la Terra. Mentre l’avvicinamento del satellite inizia a provocare eventi sempre più devastanti, l’ex astronauta Brian Harper (Patrick Wilson), la direttrice della Nasa Jo Fowler (Halle Berry) e lo scienziato complottista K. C. Houseman  (John Bradley) organizzano una disperata missione per salvare il pianeta, basandosi su teorie che mettono in discussione tutte le conoscenze scientifiche note.

Emmerich realizza un film che è una sorta di via dei mezzo dei menzionati apocalyptic movies e che difetta dell’originalità dell’Alba del Giorno dopo e (per fortuna) dei momenti trash di 2012. Certamente, anche in questa pellicola largo spazio viene dato a improbabili teorie cospiratorie e quasi nessuno alla scienza (la Luna, attratta dalla gravità della Terra a sua volta riesce ad attrarre navette che si muovono per inerzia, e vabbè!!!!) e personaggi con la vita affettiva più devastata di quella di un personaggio di Beautiful (30 minuti buoni di film se ne vanno per capire i legami famigliari dei protagonisti, quasi che ce ne fregasse qualcosa), ma nel complesso abbiamo un dignitoso film d’azione, con cameo inutile e a mero uso e consumo della distribuzione del mitico Donald Sutherland,  in cui il regista di Stargate evita di gigioneggiare con scene tipo la Cupola di S. Pietro che crolla sui fedeli (premier italiano compreso) o la regina d’Inghilterra in fuga con i suoi cani in favore un approccio maggiormente incentrato sui tre protagonisti e sulle loro famiglie in cui vengono recuperati anche temi sull’origine della civiltà che si ritrovano in Contact di Robert Zemeckis o Mission To Mars di Brian De Palma.

Buona pellicola d’intrattenimento fantascientifico il cui finale aperto però, ci sembra (anche vedendo l’esordio in Usa) un eccesso di ottimismo da parte del regista sulla possibilità di un sequel 

La frase: “Questo pianeta ha vissuto cinque estinzioni, questa sarà la sesta”.

Andrea Persi

Eccovi il trailer in Italiano

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“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey

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