Una delle scene più originali della storia del Cinema rimane certamente il “triello” de Il Buono, il Brutto, il Cattivo di Sergio Leone che quest’anno verra in un certo senso riproposto sul palco del Dolby Theater di Los Angeles dove si sfideranno, come film con maggior numero di candidature, quelli che secondo le polemiche dell’anno appena finito rappresentano, il Cinema (C’era una volta a Hollywood di Quentin Tarantino, 1917di Sam Mendes), l’anti Cinema (il film Netflix The Irishman di Martin Scorsese) e il non Cinema (il cinecomic Joker di Todd Phillips), quest’ultimo con 11 nomination contro i 10 dei contendenti. Ma per il premio come miglior film i tre favorito se la dovranno vedere con Jojo Rabitt (dark comedy sul nazismo di Taika Waititi), Le Mans ’66 – La grande sfida (film sulla formula 1 di Jerry Mangold), Parasite (originale opera del sudcoreano Bong Joon-ho), Piccole Donne (trasposizione diretta da Greta Gerwig del classico di Mary Alcott) e Storia di un matrimonio (dramma familiare sulla scia di Kramer contro Kramer per la regia di Noah Baumbach anch’esso prodotto e distribuito da Netflix, la quale colleziona, anche col film i due Papi, in totale ben 24 nomination).

Triello che si ripete anche per la miglior regia, dove troviamo Phillips, Scorsese, Mendes, Tarantino e Bong Joon-ho, anche se è verosimile pensare che come spesso è successo i due premi andranno a film diversi.

Con l’eccezione del veterano Jonathan Pryce per I due Papi, troviamo un gruppo di attori piuttosto giovani anche se affermati nella categoria del miglior interprete protagonista in cui accanto a un favoritissimo Joaquin Phoenix per Joker ci sono Leonardo di Caprio per C’era una volta a…..Hollywood, il Kilo Ren della nuova trilogia di Star Wars Adam Driver per Storia di un matrimonio e Antonio Banderas per Dolor y gloria di Pedro Almodòvar. L’esatto opposto succede invece nella categoria del miglior attore non protagonista dove il “divo” Brad Pitt (C’era una volta a Hollywood) sfida i più blasonati ed esperti colleghi Joe Pesci, Al Pacino (entrambi per The Irishman), Anthony Hopkins (I due Papi) e Tom Hanks (Un amico straordinario) per il primo Oscar della sua carriera di attore.

Sul versante femminile, troviamo Scarlett Johansson candidata sia come miglior attrice protagonista per Storia di un matrimonio, dove sfiderà Cynthia Erivo e Renée Zellweger, rispettivamente nominate per i biopic Harriet, sull’attivista per i diritti civili Harriet Tubman e Judy, sulla leggendaria interprete de Il mago di Oz Judy Garland, Saoirse Ronan (Piccole donne di Greta Gerwing) e Charlize Theron per Bombshell – La voce dello scandalo, dramma incentrato sullo scandalo sessuale che coinvolse il fondatore della Fox News Roger Ailes e sia come miglior attrice non protagonista per Jo Jo Rabbit,. In questa categoria l’attrice newyorkese affronterà Kathy Bates per Ricard Jewell, ultima fatica dell’inossidabile Clint Eastwood, Florence Pugh sempre per Piccole Donne, Margot Robbie (Bombshell – La voce dello scandalo) e Laura Dern (Storia di un matrimonio).

Per il miglior script originale si affronteranno, invece Noah Baumbach (Storia di un matrimonio), Bong Joon-ho e Han Jin-won (Parasite) Rian Johnson (Cena con delitto – Knives Out, giallo alla Agatha Christie a sfondo familiare di cui  è già stato annunciato un sequel) Sam Mendes e Krysty Wilson-Cairns (1917) e Quentin Tarantino (C’era una volta a… Hollywood), mentre per il premio alla  migliore sceneggiatura non originale abbiamo Greta Gerwig, Anthony McCarten per  I due Papi, Todd Phillips e Scott Silver per Joker, Taika Waititi e, infine, Steven Zaillian per The Irishman.

Tra i migliori film stranieri Parasite, candidato anche in questa categoria, sfiderà il già citato Dolor y gloria con cui Almodòvar torna, 16 anni dopo La mala educaciòn ad indagare sulla personalità tormentata di un uomo di spettacolo, Medena zemja (arrivato da noi col titolo di Honeyland) documentario nordmacedone sulla vita in un piccolo villaggio rurale, il polacco Boże Ciało racconto in chiave drammatica di un ex detenuto che viene scambiato per un sacerdote e il francese I miserabili, narrazione romanzata delle rivolte parigine del 2005 viste attraverso gli occhi un giovane poliziotto

Come miglior film d’animazione Toy Story 4, capitolo finale (o magari no) della serie iniziata nel lontano 1996, parte più che favorito rispetto ai rivali Dov’è il mio corpo, lungometraggio francese su una mano alla ricerca del suo “proprietario”, Dragon Trainer – Il mondo nascosto, terzo capitolo della saga fantasy creata dal regista Dean DeBlois, il cartone spagnolo distribuito da Netflix Klaus – i segreti del Natale, racconto, in chiave fantastica ispirato a Il postino di Michael Radford e Massimo Troisi, su un portalettere che stringe un’amicizia con Babbo Natale e Missing Link, storia di un simpatico primate alla ricerca dei suoi simili.

Quanto agli Oscar tecnici i favoriti si sfideranno all’ultima statuetta, anche ci saranno duelli interessanti per la miglior canzone (tra il già citato Toy Story 4 e Frozen 2), la migliore colonna sonora, dove la versione lirica delle celebre colonna sonora contenuta nell’ultimo capitolo della nuova trilogia di Star Wars, certamente più apprezzata dal pubblico rispetto al film vero e proprio, potrebbe regalare il sesto Oscar al maestro John Williams, mentre per Avengers – Endgame le gioie potrebbero venire solo dal reparto effetti speciali.

Oscar onorari a David Lynch, Wes Studi e alla nostra Lina Wertmuller.

L’appuntamento, per questa sfida sulle note di Ennio Morricone, è domani sera al Dolby Theater di Los Angeles e per i nottambuli su TV8 a partire dalle 23:30 e su Sky Uno dalle 00.30.

Andrea Persi

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“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey

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