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    Sono Apparso alla Madonna – La Recensione

    giuborsBy giubors3 Aprile 2025Updated:3 Aprile 2025Nessun commento2 Mins Read

    Nell’assolata estate salentina, il piccolo Carmelo (Pierluca Poso) si ribella alla madre che vorrebbe fargli interpretare l’angelo nella recita parrocchiale perché vorrebbe impersonare il Messia in quanto attratto dalla giovane Maria (Alessandra Nacci) che interpreterà la Madonna.

    Presentato al Torino Film Festival 2023 e diretto da Fabio Morgan un ottimo cortometraggio che rappresenta un omaggio all’opera e all’arte di Carmelo Bene, utilizzando la tecnica del mockumentary” (falso documentario, spesso utilizzata nei film horror, come in uno dei capostipite del genere The Blair Project) in cui si immagina una fittizia infanzia dell’artista pugliese (similmente all’espediente utilizzato da Philip Roth nel suo libro Pastorale Americana) in cui spuntano archetipi e riferimenti, alcuni espliciti, a cominciare dal protagonista vestito come il Pinocchio dell’omonima opera teatrale al titolo del corto basato sull’omonimo saggio biografico di Bene, altri più sottili come la phonè (ovvero il rumore, che comprende anche la musica e il dire che spesso nel cortometraggio si mescolano creando un effettivo allo stesso tempo caotico e comunicativo come il grammelot di Dario Fo) il trittico osceno, eros e porno che incarnano, nel senso in cui li intendeva l’attore, il vero filo conduttore dell’innamoramento di Carmelo per la “Madonna”, così come lo svolgersi degli eventi appare legato alla dicotomia tra Kronos (inteso come passato presente e futuro) e Aion (inteso come il tempo in cui, per dirla con Luciano De Crescenzo, il presente non esiste), in tutto immerso in un naturalismo che ricorda da vicino quello (e la relativa contrapposizione tra giorno e notte e quindi tra luce e tenebre) della Sicilia di Gabriele Salvatores di Io non ho paura.

    Raramente un film per di più un cortometraggio riesce a cogliere così bene l’argomento di cui vuole parlare, ma l’opera di Fabio Morgan, pur trattando di una delle personalità artistiche più poliedriche e complesse del secolo scorso, ci riesce perfettamente.

    Andrea Persi

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