La novantatreenne Thelma Post (June Squibb) trascorre una vecchiaia serena tra sociale e le frequenti visite del nipote Daniel (Fred Hechinger). Quando un gruppo di malviventi, riuscirà, facendo leva proprio sull’affetto per il nipote, a derubarla, Thelma, assieme al recalcitrante amico Ben (Richard Roundtree) si lancerà in una spericolata e surreale avventura per recuperare il maltolto.
Ispirato a una disavventura realmente accaduta alla nonna del regista (nella cui casa sono state girate le sequenze ambientate nell’abitazione della protagonista) l’opera prima di Josh Margolin se nella prima parte risulta piuttosto noiosa, nella seconda, nella quale entra in scena anche il mitico Malcolm McDowell, prende slancio tra la commedia che si muove tra citazioni di action movies (primo tra tutti la saga di Mission Impossible) e il dramma tra riflessioni, alcune leggere altre meno, su come “sopravvivere alla terza età” accettandone gli esiti con coraggio, ironia ma, soprattutto, senza la paura di chiedere aiuto.
Un tema, quest’ultimo, che, introdotto dapprima in sordina, tramite un cartello affisso sulla bacheca della casa di cura in cui vive Ben, che diventa progressivamente centrale nel film e segna l’evoluzione della protagonista da persona gelosa, ai limiti dell’avventatezza, della propria indipendenza a persona maggiormente assennata che ha compreso che anche dall’ammettere le proprie debolezze nascono la possibilità di dimostrarsi più forte di quanto non ci si aspetti, emblematico (oltre che molto divertente) in questo senso il finale.
Un’opera di tutto rispetto perché, nonostante i difetti i limiti, ha il merito di abbinare efficacemente (sia pure in maniera quasi sempre leggera) la commedia e il dramma.
Andrea Persi
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