Di Valerio Sembianza

Quando si guarda la lista di Netflix nel suo insieme, si nota un filo comune, una serie di spettacoli che stanno tutti lavorando per sovvertire l’idea di ciò che una serie televisiva si suppone “dovrebbe essere”.

Gli spettacoli si contrappongono all’idea di puntata a sé stante e pause strutturalmente necessarie. 

Ma, dagli albori degli originali di Netflix, uno spettacolo ha continuato a salire proprio per la sua aderenza agli standard televisivi tradizionali, e quello spettacolo è Travelers.

In molti modi, le sue radici lineari e la sua coerenza hanno trasformato il piccolo motore di fantascienza in un dramma piacevole da guardare e così facilmente abbordabile.

Entrate in ogni episodio sapendo cosa aspettarsi in termini di stile mentre si è avvolti nella sostanza in continua evoluzione.

La prima stagione di Travelers era un dramma di fantascienza molto tipico e lineare.

Frammenti sparsi di storie serializzate mescolate con episodi caratterizzati dalla missione settimanale.

La seconda stagione ha deciso di rinunciare a molte di quelle missioni in favore di un approccio narrativo più moderno che tratta una stagione televisiva come una grande storia.

Sfortunatamente, ciò che si perde in quella formattazione è la capacità di confondere la sostanza dello spettacolo, cioè la premessa che è consentito e lecito che delle personalità del futuro assumano un corpo ospitante nel presente.

Nella terza stagione, i viaggiatori adottano un approccio misto quando lo spettacolo ritorna alle radici della prima stagione della missione, ma questa volta remixando il formato con episodi di sostanza diversa da un capitolo all’altro. 

Quello che otteniamo quest’anno dallo spettacolo è il miglior esempio di cosa dovrebbe essere una serie televisiva. 

Non è un film di tredici episodi. non letteratura a lungo termine MA uno show televisivo.

Uno show televisivo con capitoli che iniziano e finiscono nel loro tempo di esecuzione. 

Uno show televisivo che non ha problemi a piegarsi ai suoi elementi di genere oltre la ragione. 

Uno show televisivo che comprende ciò che il pubblico vuole più di ogni altra cosa: affidabilità e

coerenza mentre si guardano i personaggi salvare il mondo che amiamo odiare.

Ci sarà una quarta stagione e potrebbe rappresentare un reset completo della serie dando così alla

stessa la libertà di fare qualsiasi cosa e privando di significato tutto ciò che abbiamo visto fin’ora.

Forse una simulazione, sicuramente un modo per tenerci incollati allo schermo.

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giubors
“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey
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