Kate Cooper (Daisy Edgar-Jones) e il suo gruppo di stereotipati amici vogliono sperimentare sul campo la teoria della ragazza secondo cui sparando il materiale con cui vengono fatti i pannolini (sic!!!!) in un tornado è possibile dissolverlo all’istante. L’esperimento fallisce (ma va?) e gli unisci a uscirne indenni sono Kate e  il suo amico Javi (Anthony Ramos) che cinque anni dopo contatterà la ragazza, divenuta un asociale meteorologa che non parla più con sua madre (perché????) per proporle di sperimentare un nuovo macchinario per studiare i tornado, facendoli entrare in competizione con l’eccentrico youtuber e “domatore di tornado” Tyler Owens (Glenn Powell).

Sequel stand-alone del disaster movie (e campione d’incassi) del 1996 di  Jan de Bont,diretto da Lee Isaac Chung (candidato all’Oscar nel 2021 per Minari),che riprende ed estremizza ancora di più il leitmotiv di fondo del film originale, ovvero lo scontro tra gli scienziati iperteconologici in realtà interessati ai soldi e quelli “sfigati” (in questo caso un gruppo di youtuber con velleità da cowboy) sinceramente interessati alla ricerca e ad aiutare le persone, sebbene sotto questo profilo, il film (forse anche per non dispiacere a nessuno) non porta fino in fondo la critica a chi cerca di lucrare sulle tragedie altrui accenna appena al tema del riscaldamento globale a cui si devono molti catastrofici eventi recenti, trattando le tematiche sociali connesse alle tragedie naturali (vedi la scena in cui Kate osserva Tyler e i suoi amici che distribuiscono aiuti alla popolazione), con misurato equilibrio, finendo col rafforzare il proprio messaggio etico.

Nonostante i predetti difetti, la caratterizzazione fumettistica del “mascelluto” personaggio di Tyler (a cui comunque viene evitato, specie nel finale, di vedersi cucito addosso lo stereotipo del macho) e il fatto che Kate spesso sembri più una meteoropatica che una meteorologa, il film funziona meglio del precedente (che vantava un cast sicuramente più talentuoso che andava dai compianti Bill Paxton e Philip Seymour Hoffman e da Helen Hunt a Cary Elwes) sia a livello narrativo, con una storia più articolata che ci risparmia la banalità della coppia di separati “riunita” dalle sciagure (altrui)) che scenico con una maggiore spettacolarità delle scene (vedi la tromba d’aria al rodeo o quella che colpisce la cittadina.   

Certamente il pubblico più severo sarà infastidito dalle assurdità scientifiche sciorinate per mandare avanti la storia, ma come non ci potremo aspettare un film storico dall’imminente seguito de Il Gladiatore così non ci possiamo aspettare una puntata di Quark da un disaster movie il cui scopo è intrattenere

E il film di Chung ci riesce egregiamente.

Andrea Persi

Guardate il Trailer

author avatar
giubors
“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey
Share.

“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey

Leave A Reply