Venezia 82 – Si è aperta con grandi aspettative l’82ª edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. E lo ha fatto accendendo da subito un riflettore potente sul legame tra cinema e politica, là dove gli artisti italiani hanno lanciato un appello deciso agli organizzatori della manifestazione.
Gaza al centro del dibattito: il cinema non resta in silenzio
Nella conferenza stampa inaugurale, molte domande rivolte al direttore artistico Alberto Barbera hanno puntato proprio su questo nodo, trasformandosi in un fuoco serrato contro i responsabili dello sterminio a Gaza. Se per Emanuela Fanelli la Mostra dovrebbe mantenere un’altra dimensione, lasciando la questione a chi ha maggiore competenza, Barbera e la giuria non hanno potuto sottrarsi: «Su quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza abbiamo preso una posizione chiara e inequivocabile».
Il direttore ha richiamato le parole già pronunciate dal presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, nella serata di pre-apertura: «Abbiamo già dato una risposta chiara ed esplicita. Il presidente Buttafuoco ha pronunciato parole puntuali sul dramma che è sotto i nostri occhi ogni giorno in Palestina, e non solo in Palestina. Ciò che è stato detto non si presta ad ambiguità né a equivoci».

Barbera ha ribadito il ruolo della Biennale come «importante istituzione culturale italiana», sottolineandone la vocazione storica al confronto e alla libertà espressiva: «Qui la censura non viene esercitata, questo non è un luogo di censure. Nessuna censura è mai accettabile di fronte alla libertà artistica. Per questo respingiamo con fermezza ogni richiesta di escludere artisti. Chi volesse partecipare è libero di farlo».
Parole che risuonano con forza in un contesto internazionale attraversato da tensioni e da un dibattito sempre più acceso sull’impatto politico della cultura. In questo scenario, la Biennale di Venezia «si pone come presidio di dialogo», senza arretrare di fronte alla necessità di dare voce alla tragedia umana che si consuma a Gaza.
Il direttore ha poi voluto esprimere, a nome dell’intera istituzione, vicinanza al popolo palestinese e condanna della violenza: «Tutti noi esprimiamo la nostra enorme sofferenza di fronte alla tragedia che ogni giorno si consuma nella Striscia di Gaza, con la morte di tanti civili e in particolare di tanti bambini, definiti con termine orribile ‘vittime collaterali’ della guerra. Noi, di fronte all’orrore, non restiamo in silenzio».
La Mostra del Cinema di Venezia si apre dunque all’insegna di una riflessione profonda sul ruolo dell’arte e della cultura in tempi di crisi. Una manifestazione che rivendica i suoi principi fondanti: pluralismo, dialogo e difesa della libertà espressiva, anche quando il mondo sembra spingere nella direzione opposta.
A testimoniarlo sono le opere scelte, in concorso e fuori concorso, tra lungometraggi e corti capaci di raccontare storie e sorprendere il pubblico. È un cinema che resta impegnato e impegnativo, dove al di là delle star hollywoodiane attese sul red carpet, trovano spazio culture, tradizioni, sofferenze e speranze diverse. Un cinema in cui rifugiarsi, riflettersi e, in qualche modo, ritrovarsi.

“La Grazia” offerta da Paolo Sorrentino nella prima giornata del Festival
Ad aprire le danze è “La Grazia” di Paolo Sorrentino, accompagnato da Toni Servillo e Anna Foglietta. Il regista ha saputo schivare il “fuoco amico” e rispondere con misura alle domande legate alle scelte tecniche e al significato culturale del film. Una pellicola più sobria, priva di sensazionalismi, che lascia spazio ai sentimenti. Una geometria equilibrata e quasi perfetta tra ciò che è reale e ciò che non lo è, fino a trascenderlo.
«Ho optato per questa tipologia – spiega Sorrentino a un collega – perché ogni film non può essere uguale all’altro e dunque non può esserci una scelta preimpostata. Ogni film ha la sua anima… E un po’ lo ho fatto anche perchè così non scocciate» afferma scherzando – ma non troppo – il nostro “Pulcinella”.
Venezia 82, occhi pieni di cinema e di speranza
Cosa dobbiamo aspettarci, dunque, da questa 82ª edizione della Mostra? Un cartellone fitto di titoli internazionali e di cinema d’autore, il ritorno di registi che hanno fatto la storia recente della Settima Arte e l’arrivo di nuove voci pronte a farsi ascoltare. Sul tappeto rosso sono attese star hollywoodiane come Julia Roberts, George Clooney, Emma Stone, Dwayne Johnson, Jude Law, Yorgos Lanthimos, insieme a grandi protagonisti del cinema europeo e asiatico. Un crocevia di culture, talenti e storie che conferma Venezia come specchio privilegiato delle inquietudini e delle speranze del nostro tempo.
Ma al di là dei nomi scintillanti e delle passerelle, questo festival si preannuncia come un viaggio dentro la complessità del presente: un cinema che non rinuncia a interrogare la realtà, a scuotere le coscienze, a farci riflettere.
E quando le luci in sala si abbassano e lo schermo si accende, resta intatta la magia che da oltre ottant’anni accompagna la Mostra: il cinema come rito collettivo, come sguardo che illumina, come emozione che ci attraversa. Venezia ci ricorda che, nonostante tutto, il cinema sa ancora sorprenderci, commuoverci e, in fondo, tenerci uniti.
Info utili
Per info su biglietti e news consulta il sito della Biennale Cinema di Venezia.
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