La cerimonia dei Nastri d’Argento 2025, svoltasi il 16 giugno al MAXXI di Roma, non è stata una semplice consegna di statuette, ma una manifestazione corale che ha celebrato l’essenza più autentica del cinema italiano. Nato nel 1946 con lo scopo di premiare meriti artistici, tecnici e morali, il premio del Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI) continua ad essere un termometro sensibilissimo della qualità culturale del nostro Paese.
In questa edizione si è respirata forte la presenza femminile – registe, attrici, produttrici – insieme a un omaggio alla tradizione narrativa, raccontata attraverso famiglie, storie intime e immagini visionarie. Ma soprattutto, è emerso un tratto distintivo: quello del giornalismo critico che non si accontenta della superficie, che scava, ascolta, interpreta. E premia chi fa del cinema un gesto riflessivo e identitario.
Nastri d’Argento: la voce dei critici nel cuore del MAXXI
I Nastri d’Argento rappresentano la sintesi tra istanza critica e vocazione artistica. Giunti alla loro 79ª edizione, sono decisi da oltre 90 giornalisti cinematografici, ognuno portatore di sensibilità, rigore e mestiere. È una giuria che non segue mode, ma sceglie le opere capaci di parlare al presente con profondità, evitando la retorica o celebrazioni effimere.
Al MAXXI si è sentita la testimonianza di un’Italia che cambia, che riflette su famiglia, memoria, femminilità, marginalità. Non si è trattato solo di interpretare storie: si è trattato di farle risuonare fuori dallo schermo, sulle sedie del museo, nel pubblico e sui red carpet.

Il palmarès dei Nastri d’Argento 2025: una galassia di talenti
Ecco i protagonisti della serata consegnati direttamente dal sito ufficiale :
Film e regia
- Film dell’anno (Direttivo): Diamanti di Ferzan Özpetek
- Miglior Film: Il tempo che ci vuole – Francesca Comencini, che conquista anche il premio per Migliore Sceneggiatura
- Migliore Regia: Gabriele Mainetti – La città proibita
- Miglior Esordio: Greta Scarano – La vita da grandi
Interpreti protagonisti e non protagonisti
- Attrice Protagonista (ex aequo): Valeria Golino (Fuori) e Romana Maggiora Vergano (Il tempo che ci vuole)
- Attore Protagonista: Fabrizio Gifuni (Il tempo che ci vuole)
- Attrici Non Protagoniste: Matilda De Angelis e Elodie (Fuori)
- Attore Non Protagonista: Francesco Di Leva (Familia)
Commedia
- Miglior Commedia: Follemente – Paolo Genovese
- Attrice Commedia: Pilar Fogliati (Follemente)
- Attore Commedia (ex aequo): Pietro Castellitto (Diva futura) & Yuri Tuci (La vita da grandi)
Professionisti dietro le quinte
- Casting Director: Laura Muccino (Le assaggiatrici) & Sara Casani (Il tempo che ci vuole)
- Fotografia: Daria D’Antonio (Parthenope)
- Montaggio: Cristiano Travaglioli (Familia, Parthenope)
- Scenografia: Tonino Zera (Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta)
- Costumi: Massimo Cantini Parrini (Le Déluge)
- Sonoro in presa diretta: Angelo Bonanni (Hey Joe, La città proibita)
- Colonna sonoro: Lele Marchitelli (Parthenope)
- Canzone originale: Canta Ancora da Il ragazzo dai pantaloni rosa – Arisa (testi e musica: Arisa e Giuseppe Barbera)
Premi speciali e riconoscimenti
- Nastri d’Argento alla carriera: Cristina Comencini & Marco Tullio Giordana
- Nastro Speciale: Luca Zingaretti – La casa degli sguardi
- Nastro SIAE per sceneggiatura: Andrea Segre & Marco Pettenello – Berlinguer – La grande ambizione
- Premio BNL BNP Paribas: Familia di Francesco Costabile
- Premio Biraghi: Celeste Dalla Porta (Parthenope) & Francesco Gheghi (Familia)
- Premio Graziella Bonacchi: Rachele Potrich (Vermiglio)
- Premio Fondazione Nobis: Gianmarco Franchini – La casa degli sguardi
- Premio Nuovo IMAIE: Ludovica Nasti (La storia del Frank e della Nina) & Samuele Carrino (Il ragazzo dai pantaloni rosa)
- Premio Nino Manfredi: Barbara Ronchi
- Premio Hamilton – Behind the Camera: Paolo Genovese – Follemente
- Cameo dell’anno: Francesco Gheghi (Fuori)
- Menzione speciale: Anne Riitta Ciccone (Gli immortali)
- Penne d’Argento Campo Marzio: ai vincitori della scrittura
Nastri d’Argento: il filo rosso tra presente e futuro
Ciò che rende unica questa edizione è il filo rosso tra il presente e il domani. Da un lato, l’omaggio alla carriera di Cristina Comencini e Marco Tullio Giordana, pilastri del cinema italiano. Dall’altro, la valorizzazione dei giovani talenti – cinematografici e televisivi – con riconoscimenti come il Premio Biraghi, il Premio Nuovo IMAIE, Nino Manfredi, Graziella Bonacchi.
Il cinema, nelle scelte del SNGCI, è immaginato come atto civile e ricerca di senso: non basta raccontare, bisogna farlo con onestà intellettuale, con lo sguardo rivolto alle ferite del contemporaneo: la famiglia, il silenzio del trauma, la bellezza della resistenza.
Un evento che fotografa l’Italia che cambia
I Nastri d’Argento 2025 sono anche ritratto di un’Italia che cambia, che non ha paura di guardare dentro se stessa. Il trionfo al femminile – cinque premi per Francesca Comencini, esordi e protagonismi – non è retorica, ma segno di un cambiamento epocale. L’Italia che sale sul palco, premiata da giornalisti, lo ha fatto portando storie complesse, consapevoli, coraggiose.
Il MAXXI, con le sue linee contemporanee, si è trasformato in una scenografia ideale: un luogo simbolico dove la storia incontra l’avanguardia, dove il cinema vive non solo nel passato, ma si reinventa.

Nastri d’Argento 2025: tra red carpet e riflessioni
La serata ha avuto momenti in cui l’eleganza ha incontrato la riflessione critica: premi alla musica, alla scenografia, al sonoro. Premi – come quelli a Lele Marchitelli, Tonino Zera, Massimo Cantini Parrini – che ricordano quanto il cinema sia un’opera collettiva, un gesto artigianale e creativo che nessun artista può squarciare da solo.
È stato un invito a guardare oltre i riflettori: i veri protagonisti, per i Nastri d’Argento, sono le storie, l’artigianato artistico, la scrittura, la cura dei dettagli.
Nastri d’Argento e il senso del presente
I Nastri d’Argento 2025 hanno confermato che il cinema italiano non è uno specchio passivo della realtà, ma un laboratorio di domande, una forma di resistenza e cuore. È profondo, non banale. È attento, non esteriore.
Un premio che riconosce, non celebra. Un premio che racconta, non vetrina. Un premio che resiste, in un tempo in cui il consumo veloce pare annullare la profondità.
I Nastri d’Argento lo scorso 16 giugno hanno suonato un canto che ancora risuona: quello del cinema come atto politico, culturale, umano. Un canto che, speriamo, apra strade nuove, tracci slanci creativi, e mantenga viva l’anima del nostro amato cinema.
Per ulteriori info: visita il sito dei Nastri d’ Argento
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