Quando Balla coi lupi uscì nel 1990, molti si aspettavano l’ennesima epopea western dove il protagonista bianco salva il mondo con la pistola sguainata. Ma Kevin Costner, al suo debutto alla regia, ha ribaltato il tavolo con coraggio: ha scelto di ascoltare piuttosto che conquistare, osservare invece che colonizzare. E questo ha cambiato per sempre la narrativa del western americano.

Il film racconta la storia del tenente John Dunbar che, ferito e disilluso dalla guerra, si rifugia in un avamposto isolato ai margini del mondo civilizzato. Lì entra in contatto con una tribù di Sioux Lakota e, lentamente, viene adottato da una cultura che gli appare più umana e autentica della sua.

Quello che sorprende in Balla coi lupi è la rimozione dell’”altro” come nemico. Gli indigeni non sono più figurine esotiche da abbattere, ma persone complesse, con umorismo, dolore, saggezza. Per la prima volta Hollywood parlava la loro lingua – letteralmente, grazie all’uso del dialetto Lakota – e li mostrava come narratori della propria storia.

Il film è poetico, lento ma mai statico, con paesaggi che diventano personaggi, e una fotografia che trasforma le Grandi Pianure in una tela viva. La colonna sonora di John Barry è lirica e struggente, una carezza sonora che accompagna il viaggio interiore del protagonista.

Tuttavia, Balla coi lupi non è immune da critiche. Alcuni lo considerano una favola “del buon bianco”, dove solo grazie all’arrivo di un uomo occidentale la storia prende valore. Eppure, rispetto all’epoca, è un passo avanti clamoroso. Forse oggi non basta più, ma ha aperto una strada.

In definitiva, Balla coi lupi è un film che ha avuto il coraggio dell’empatia in un genere storicamente dominato dalla retorica del dominio. E per questo resta ancora oggi un’opera necessaria, che insegna come il vero eroismo, a volte, sta nel mettersi in silenzio ad ascoltare.

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giubors
“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey
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“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey

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