I Latini dicevano “Per aspera ad astra”, quando una sventura diventava un’occasione di successo. Per il romanissimo Carlo Delle Piane, nato a Campo De Fiori nel 1936 da una famiglia originaria di Atri, le sventure che ne hanno segnato sono state tre. La prima nel 1946 quanto una banale pallonata durante una partita tra bambini gli ruppe il naso conferendogli la caratteristica fisionomia, notata, assieme allo straorinario e spontaneo talento per la recitazione dai grandi dell’epoca che gli permise di collaborare, dopo l’esordio nel Cuore di Duilio Colletti nel 1948, al fianco, tra gli altri, di Totò (Guardie e Ladri, Il monaco di Monza, Totò contro i Quattro), Aldo Fabrizi (la trilogia della Famiglia Passaguai), Vittorio Gassman (Senza famiglia, nullatenenti cercano affetto), Marcello Mastroianni (Che!), Franco e Ciccio (Don Chisciotte e Sancio Panza) e Peppino De Filippo (i 4 tassisti), facendolo divenire nel corso degli anni  ‘50 e ‘60 un vero e proprio personaggio iconico della commedia all’italiana.

La seconda sventura, molto più seria, colpì l’artista nel 1973 quando un incidente d’auto lo mandò in coma per oltre un mese. Ripresosi, fu scoperto, in periodo di declino per il genere comico, da Pupi Avati che ne comprese le grandi potenzialità drammatiche e che lo volle come personaggio principale, a volte perfino protagonista assoluto, in pellicole di successo come Festa di laurea, Un gita scolastica, Regalo di Natale e la rivincita di Natale; opere queste ultime due che lo hanno reso celebre grazie al personaggio del cinico Avvocato Santelia, riproposto e modificato nel toccante Chi salverà le rose? di Cesare Furesi, ultima pellicola interpretata dopo la terza disgrazia, il grave malore avuto nel 2015 e che alla fine, dopo 70 anni di carriera, celebrati nel 2018, ha portato la sua luce a fondersi meritatamente con quella delle altre stelle del nostro Cinema.         

Andrea Persi

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“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey
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“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey

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