Katharine Hepburn impersona l’abbiente Violet Venable, una donna avvolta da un misterioso tepore, abbacinato e insano. Ottenebrata dal dolore per la scomparsa di suo figlio Sebastian, dà fondo a tutti i suoi averi per mettere a tacere in ogni modo possibile la nipote, Catherine Holly, interpretata da Liz Taylor, l’unica a conoscenza delle scandalose circostanze della morte dell’amato ragazzo.

Con “Improvvisamente l’estate scorsa”, del 1950, il regista Joseph L. Mankiewicz realizzò un discusso film gotico, ispirato ad una commedia di Tennessee William, in cui il volto del protagonista, personificato da Julian Ugarte, non finì mai nelle inquadrature. L’espediente contribuisce con successo ad accrescere il senso di oppressione e sconcerto.

Qui e lì nella pellicola ci sono dei riferimenti chiari alla tragedia, come la pianta che divora carne, un cenno ai dinosauri erbivori soppiantati da quelli carnivori e la storia di giovani tartarughe mangiate da uccelli, però il cannibalismo di cui era stato vittima Sebastian in un poverissimo villaggio spagnolo è solo l’allegoria di una violenza di gruppo. Il giovane era omosessuale ed era caduto vittima di un branco da lui stesso aizzato tramite la seducente cugina. Disturba constatare che Violet sia perfettamente al corrente della cosa e che mostri pure di nutrire gelosia per Catherine. La donna, infatti, prima d’essere soppiantata dall’avvenente nipote, si era prestata ai giochi erotici del figlio, fungendo da richiamo per ragazzi durante i loro viaggi. L’aspetto morboso della vicenda è che lei e Catherine si erano praticamente prostituite per procacciare amanti a Sebastian, entrambe nutrendo un sentimento obbrobrioso per lui.

Violet, impostasi di ammutolire Catherina, coinvolge un chirurgo di New Orleans, John Cukrowicz (Montgomery Clift), affinché lobotomizzi la nipote. Le scene più impressionanti sono quelle girate all’ospedale psichiatrico, dove Catherine avrebbe dovuto essere sottoposta all’intervento. Qui, sconvolta dal ricordo della morte del cugino, finisce aggredita da pazienti col cervello bacato, compromesso dagli interventi chirurgici, una scena degna di un film sugli zombie. Cukrowicz, però, pur avendo un disperato bisogno dei fondi promessi dalla signora Venable, scopre la verità, spingendo la ragazza ad una tormentata confessione. Grazie a questa sequenza – un febbrile monologo che tracolla in lacrime disperate -, la Taylor vinse un Golden Globe come migliore attrice.

La censura del Codice Hays impedì un esplicito rimando al tema dell’omosessualità e a quello dell’incesto, ma il ricorso, davvero creativo, di Mankiewicz ad un insieme di potenti immagini allusive fu stupefacente. Gore Vidal, che scrisse la sceneggiatura, dovette sottoporre le bozze alla costante lettura di un prete che probabilmente ritenne l’assenza del viso di Sebastian qualcosa di rassicurante, un confinamento del gay nell’invisibilità, come fosse un’aberrazione che non doveva essere inquadrata. Lo stesso fatto che Sebastian alla fine muoia in un modo così atroce, fu accettato dalla censura per spiegare al pubblico gli orrori di uno stile di vita sordido. “Improvvisamente l’estate scorsa”, infatti, è una condanna feroce della sessualità omosessuale mostrata come una morbosa insania autodistruttiva.

Si dice che sul set siano sorti non pochi problemi con Clift. Era reduce da un incidente d’auto dovuto ad ubriachezza, o forse vero e proprio tentativo di suicidio, e la sua partecipazione fu pretesa dalla Taylor che intese aiutarlo a ritrovare se stesso, nonostante il suo volto fosse rimasto intaccato dagli interventi di chirurgia plastica. Trovò grandi difficoltà nel portare a compimento le sue parti. Tuttavia era uno dei simboli virili di Hollywood e con la Taylor andò a comporre il prototipo di coppia modello, contraltare all’immoralità.

 

 

 

 

Angelo D’Ambra

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Angelo D'Ambra, saggista, laureato in Scienze Politiche, anima il portale di divulgazione storica historiaregni.it, scrive di storia nordamericana per farwest.it e si occupa di critica cinematografica e musicale per planetcountry.it e passionecinema.it.

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