Autore: Angelo D'Ambra

Angelo D'Ambra, saggista, laureato in Scienze Politiche, anima il portale di divulgazione storica historiaregni.it, scrive di storia nordamericana per farwest.it e si occupa di critica cinematografica e musicale per planetcountry.it e passionecinema.it.

Per trascorrere il prossimo halloween, cosa fare di meglio che riscoprire una serie di pellicole capaci di attraversare come una lama tutte le sfumature dell’orrido? Da dove partire? Sicuramente da “Il mulino delle donne di pietra”, l’unico film horror di Giorgio Ferroni del 1960, poi noto per i peplum, e rappresenta un perfetto punto d’incontro tra la fantascienza ed il gotico, una simbiosi difficile da conseguire. Terrificante e sublime, è il primo film horror italiano realizzato a colori. Hans Von Arnim (Pierre Brice), giovane studioso di arte popolare fiamminga, incontra un bizzarro scultore di nome Gregorius Whal (Herbert A.E. Böhme) capace…

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«Sono un circense prestato al cinema, figlio di Fausto Dell’Acqua e Giovanna Huesca, sorella del grande clown  Nené, indimenticabile stella del Circo Togni, artista mosso da una forza speciale che, avanti negli anni, ancora lo spingeva ad esibirsi al Medrano». Esordisce così Alberto Dell’Acqua. Con grande disponibilità accetta le nostre domande ed inizia a navigare nei ricordi, in quel mare sognante di immagini della memoria ed emozioni del cuore. Questa stella del cinema italiano, volto noto dello spaghetti-western, si porta ancora dentro tutta la grinta della gente del circo: «La mia famiglia negli anni della Seconda Guerra Mondiale aveva un…

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L’altopiano di Camposecco, situato nel Parco dei Monti Simbruini, è stato per anni location di numerosi “western all’italiana” o “spaghetti western”. La rivalutazione di quel territorio nasce dalla passione di Alberto Corridori nei confronti del western e della coppia Bud Spencer e Terence Hill, in quanto Camposecco ha fatto da scenario ad uno storico film della coppia: “Lo chiamavano Trinità” e anche per alcune scene del suo sequel “Continuavano a chiamarlo Trinità”. Corridori cosi decide di aprire un gruppo Facebook denominato “Camposecco Far West”, iniziando a far interagire numerosi appassionati del genere, ma soprattutto attirando l’attenzione degli addetti ai lavori…

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I peplum, sempre a caccia di eroi forzuti, rubarono Ercole alla mitologia ed Ursus alla letteratura, poi toccò alla storia, le sottrassero Spartaco e ne fecero il capostipite del filone gladiatorio. Nel 1960, Stanley Kubrick aveva portato nelle sale cinematografiche un vero capolavoro, “Spartacus” con Kirk Douglas. La pellicola vinse premi oscar e golden globe ed ispirò gli sceneggiatori italiani a sfruttarne la popolarità dando vita ad una lunga serie di film dedicati ai lottatori romani. Ben sette anni prima di Kubrick, però, Riccardo Freda aveva firmato un suo “Spartaco”, un bianco e nero con Massimo Girotti nei panni del…

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Al principio degli Anni Sessanta, il grande successo riscontrato dai peplum portò i registi italiani a ridefinire uno dei personaggi del romanzo “Quo Vadis?”, parliamo di Ursus. Dopo il successo internazionale del 1958 di “Le fatiche di Ercole”, un fiume di film con muscolosi protagonisti in stole, tuniche e perizomi irruppe sugli schermi. Non erano poemi storici, né drammi in costume, non erano film religiosi né mitologici. I critici di Cahiers du cinéma li chiamarono “peplum”, gli americani dovettero importarli e non capirono mai tutto il successo che ricevettero in Europa e in casa propria. I peplum erano film di…

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Quella di Ercole non è solo una figura chiave nella storia del peplum, è una delle vicende cinematografiche più interessanti che si possano raccontare. E’ incredibile l’importanza avuta da questa figura nel complesso del cinema d’azione. Il film storico, sia americano che italiano, era generalmente codificato su valori cristiani per quanto concerne i contenuti mentre gli aspetti tecnici, i set, le scenografie ed i costumi erano costosi ed improntati alla sontuosità. I peplum, invece, erano caratterizzati da scenografie povere, ma ingegnose, erano produzioni popolari legate a budget modesti, senza alcun piano valoriale, che riscuotevano successo grazie alla prestanza di attori…

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Con l’etichetta di “peplum” si è soliti indicare film ambientati nell’Antichità, che sia romana, greca, egizia o persino immaginaria, film in cui i protagonisti indossano le celebri tuniche dell’Età classica. Con questa accezione il genere finirebbe col comprendere anche film mitologici, biblici e di heroic fantasy. Il cinema peplum, però, ha delle caratteristiche peculiari, riconoscibilissime, che ci portano a distinguerlo ed a separarlo dalle pellicole di genere storico. Quali sono? Come prima cosa poniamo una rivendicazione orgogliosa: il peplum è prodotto in Italia, esclusivamente. Sì, i peplum sono stati tra i più caratteristici prodotti della cinematografia nostrana, la risposta nazionale…

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Comunicato stampa * DA CAPUA ALLA RICONQUISTA DELLO SPAGHETTI WESTERNIl 6, 7 e 8 Novembre a Camposecco (Roma) dopo 50 anni si torna a girare,dalla passione del capuano Gianpaolo Gentile.Da “Lo chiamavano trinità”, “Dio perdona… io no!”, “Keoma”per arrivare a “TUTTO PER UNA SPORCA STELLA…”Sul set anche il figlio di Remo Capitani che recitò in “Lo chiamavano Trinità”Una missione ben precisa: la riconquista di un territorio proprio come accadeva nel west,più precisamente quello di Camposecco (Camerata Nuova – Roma), l’altopiano più vasto edesteso tra i tanti che sono incastonati tra le cime del Parco dei Monti Simbruini.Ormai abbandonato dal mondo…

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Cosa fa funzionare un film d’orrore? E’ probabile che le spiegazioni del perchè si provi piacere nel guardare un film horror abbiano raggiunto un livello così scontato da non essere più credibili, come buona parte degli horror che esse hanno preteso di far capire. Preferiamo lasciare la domanda senza risposte, ma di fondo c’è che i personaggi di un buon horror dovrebbero sentirsi intrappolati in una situazione dalla quale non c’è scampo se non affrontando la minaccia ed imprigionare a loro volta lo spettatore in una situazione che sfocia obbligatoriamente nell’immagine repulsiva attesa. Eppure, che si sostenga il loro fondamento…

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Fu la prima star orientale di Hollywood, parliamo di Anna May Wong. Nacque nel 1905 nella Chinatown di Los Angeles e, sin da giovanissima, all’età di 14 anni, si dedicò al cinema, iniziando a fare la comparsa per la Metro Pictures che aveva i suoi studi prossimi alla lavanderia di Ville de Paris dove lei lavorava. La sua famiglia risiedeva in California dal 1855 vivendo di sacrifici e commercio, patendo tutti i disagi della condizione di minoranza cinese in America. L’attività di Anna, inizialmente osteggiata, rappresentò un riscatto per loro. Grazie alla sua avvenenza la ragazza divenne una delle prime…

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