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    Rapiniamo il duce, la Recensione.

    giuborsBy giubors17 Ottobre 2022Updated:17 Ottobre 2022Nessun commento3 Mins Read
    Il Duce - Hd Passione Cinema

    Nella Milano occupata, il ladruncolo Pietro (Pietro Castellitto), detto “Isola” viene a conoscenza che Mussolini sta per fuggire dal Paese con un favoloso tesoro, frutto delle ruberie perpetrate in danno degli Italiani in oltre 20 anni di regime e decide di appropriarsene, mettendo in piedi un gruppo formato da: il cecchino Marcello (Tommaso Ragno), il falsario Amedeo (Luigi Fedele), la ladra acrobata Hessa (Coco Rebecca Edogamhe) l’ex campione di automobilismo Fabbri (Maccio Capatonda), l’anarchico Molotov (Alberto Astorri) e la bella Yvonne (Matilda De Angelis) di cui Pietro è innamorato ma che è costretta a essere l’amante dello spietato gerarca Achille Borsallino (Filippo Timi).

    Il regista Renato De Maria è famoso per film drammatici anche dai toni molto forti, come Hotel Paura o La Prima Linea, ma dimostra di sapersi destreggiare egregiamente anche della commedia, con questo “Caper  Movie”, in uscita su Netflix il 26 ottobre, fin troppo chiaramente ispirato, a cominciare dal protagonista, al recente Freaks Out di Gabriele Marinetti, al Diabolik dei Manetti Bros e in parte anche a I mitici – colpo a Milano di Carlo Vanzina, ma poco al classico I soliti ignoti, rispetto al quale manca di quell’atmosfera popolana e popolare propria della pellicola di Monicelli.

    Durante la guerra, un contrabbandiere della borsa nera milanese riunisce una banda di disadattati per sottrarre il tesoro leggendario del Duce Benito Mussolini.

    Abbondano invece i riferimenti fumettistici. A cominciare da una storia adrenalinica fatta di inseguimenti, sparatorie, travestimenti e colpi di scena, fino ai personaggi come ladra acrobata in stile Catwoman, il cecchino guercio o lo spericolato (e cocainomane) pilota interpretato da un Maccio Capatonda che col suo umorismo cinico e surreale si rivela il vero mattatore comico del film, la cui atmosfera vera ma allo stesso tempo antistorica è accentuata dalla colonna sonora formata da brani dell’Italia post bellica, alcuni dei quali interpretati dalla stessa Matilda De Angelis, che vanno da Gianni Morandi a Caterina Caselli, sottolineando anche col rifiuto di utilizzare brani d’epoca, la volontà del regista di rappresentare il fascismo come un periodo oscuro, fatto di uomini e donne (come la perfida Nora, interpretata da Isabella Ferrari), crudeli ed egoisti.  

    Ma nella storia c’è anche il tempo per i sentimenti non solo col difficile amore tra Pietro e Yvonne, che porrà (più volte) il giovane ladro come un novello Vittorio De Sica ne Il Generale della Rovere, di fronte al bivio tra interesse e dovere, ma anche la storia, più spontanea e innocente tra Amedeo ed Hessa. 

    Insomma, Renato De Maria inventa nulla (o quasi) di nuovo, ma dimostra di saper riproporre concetti e idee già viste con notevole originalità e abilità registica.

    Andrea Persi

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