Il vigile del fuoco Cooper (Josh Hartnett), accompagna sua figlia Jody (Ariel Donoghue) al concerto della popstar Lady Raven (Saleka Shyamalan), rendendosi ben presto conto che nel teatro è in atto una colossale caccia all’uomo da parte della polizia, guidata dalla dottoressa Josephine Grant (Hayley Mills) che è sulle tracce di un serial killer noto come il Macellaio.
Come molti film di M. Night Shyamalan, regista divenuto insolitamente prolifico negli ultimi anni, lo spunto di partenza è più che interessante, ma non lo è altrettanto lo sviluppo narrativo, che in certi momenti ricorda la sceneggiatura di un film della serie Una pallottola spuntata con personaggi (vedi il commesso sempliciotto interpretato da Jonathan Langdon), che favoriscono in maniera comica, un criminale, che a sua volta dimostra, in più di un’occasione, di avere un codone di paglia di un metro e mezzo.
Tuttavia, nel complesso la storia risulta scorrevole e piacevole principalmente per i continui “turning points” che si affiancano al consueto plot twist finale e che creano un continuo ribaltamento (spesso, come si è detto, condotto in maniera piuttosto ingenua) del rapporto gatto e topo di hitchcockiana memoria che sta alla base della trama.
Una trama che ha anche il merito di analizzare in maniera originale gli status symbol e i mali del nostro tempo (dal ruolo dei social media alla follia dei serial killer) e il rapporto che spesso s’instaura tra di essi (il Macellaio controlla tramite il telefonino le sue vittime) e che risulta nobilitata dall’interpretazione (anche canora) di Saleka Shyamalan, primogenita del regista il quale si ritaglia per lui il consueto cameo (questa volta dell’ennesimo sempliciotto che aiuta il killer) e da quella di Josh Hartnett.
In questi 25 anni da Il sesto senso, ciò che si è smarrito non è tanto la capacità del regista indiano nel creare storie originali e colpi di scena(vedi anche le serie Waynard Pines o The Servant) quanto la sua abilità illusionistica di “distrarre” il pubblico fino alla rivelazione finale.
Andrea Persi
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