Con “100 Litri di Birra”, il regista finlandese Teemu Nikki torna a raccontare l’assurdità della vita quotidiana con il suo stile asciutto, minimalista, eppure carico di significati. Il titolo fa sorridere, ma sotto la superficie spumeggiante si nasconde un’opera dal retrogusto amarognolo, come una birra calda dimenticata sul tavolo dopo una lunga notte.

Il film segue il protagonista – un uomo qualunque, quasi anonimo – nel suo tentativo surreale e quasi filosofico di ottenere, trasportare o forse solo dare un senso a “100 litri di birra”. Cosa rappresenta davvero questa quantità abnorme di alcol? Festa? Libertà? Obbligo sociale? Nikki gioca con l’assurdo come solo lui sa fare, mettendo in scena una sorta di road movie esistenziale a piedi, tra case di periferia, stazioni di servizio e silenzi nordici.

La regia è volutamente essenziale, quasi claustrofobica nonostante gli spazi aperti: inquadrature fisse, ritmo lento e dialoghi scarni. Ma è proprio in questa semplicità che Nikki costruisce il suo universo poetico e sgangherato, popolato da personaggi marginali ma intensamente umani.

La birra, nel film, non è solo una bevanda ma un simbolo: del peso delle aspettative sociali, delle scelte sbagliate, e forse anche del desiderio mai sopito di evasione. Il tono è a tratti comico, ma sempre attraversato da una malinconia sorda, che ricorda l’assurdo kafkiano e il grottesco di Aki Kaurismäki, con cui Nikki condivide più di un’affinità.

La colonna sonora, discreta ma efficace, accompagna senza invadere, e la fotografia gioca con i toni freddi della Finlandia per accentuare l’alienazione del protagonista. Non mancano momenti surreali e situazioni al limite, ma ogni assurdità ha un peso simbolico, una nota di verità nascosta.

In conclusione, “100 Litri di Birra” è una commedia esistenziale travestita da assurdità nordica: un film che fa ridere e riflettere, spesso contemporaneamente. Non per tutti i palati, forse, ma chi sa apprezzare il gusto amaro delle piccole tragedie quotidiane lo troverà straordinariamente autentico.


Voto: ★★★★☆
Una satira gentile, malinconica e profondamente umana. Da gustare a piccoli sorsi.

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giubors
“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey
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