Di Mariantonietta Losanno

Stanley Kubrick non è solo un regista. Tredici pellicole, ovvero tredici capolavori assoluti della storia del cinema in cui il “maestro della regia” ha saputo cimentarsi con estrema abilità in tutti i generi: dal noir al thriller, dal film storico alla fantascienza, dal genere sociologico al tema della guerra, dal dramma psicologico all’horror. Kubrick è uno dei più grandi cineasti al mondo. È sempre stato un personaggio controverso: misterioso e solitario, ma nello stesso tempo perfezionista, eccentrico, ermetico. Ha influenzato la storia del cinema e ha “distrutto” tutte le convenzioni presenti nella società contemporanea. Kubrick legge, elabora, immagina, sogna. E lo fa con una precisione e una certezza a dir poco assolute. E l’occhio del regista è capace anche oggi, a distanza di quasi vent’anni dalla sua morte, di indagare la vera natura dell’uomo. La particolare realtà creata sullo schermo di Kubrick, la sua visione del mondo, i temi trattati, i personaggi sono applicabili alla società di oggi.

Eyes Wide Shut è un film senza tempo. Racchiude tutto il cinema di Kubrick, proponendo elementi presenti in ogni sua precedente pellicola. Tratto dall’omonimo romanzo di Arthur Schnitzler, il film è ambientato a New York. “Le opere di Schnitzler sono, secondo me, capolavori di scrittura drammatica. È difficile trovare un altro scrittore che abbia compreso l’animo umano in modo più veritiero e che faccia rivelazioni più profonde delle sue riguardo come le persone pensano, agiscono e, in definitiva, sono, e che abbia un punto di vista completamente consapevole, solidale, anche se un po’ cinico”, ha detto Kubrick in un’intervista. Tom Cruise è il medico William “Bill” Hardford, e Nicole Kidman è sua moglie Alice. Durante una festa a casa di amici, entrambi vengono corteggiati. Inizialmente, commentano scherzosamente le avances ricevute, ma ben presto la conversazione diventa una spietata analisi dei loro più intimi desideri : entrambi confessano di aver pensato al tradimento in passato. In particolare lei ammette di essere stata pronta a sacrificare tutto in cambio di una notte con un sconosciuto con cui aveva scambiato solo fuggevoli sguardi. La confessione della donna sconvolge particolarmente Bill che non aveva mai aperto gli occhi sull’abisso di istinti e desideri repressi, e con cui ora deve fare i conti. Esce di casa e comincia per lui un lungo viaggio nella notte della città, della vita, di se stesso. La notte avanza e lui cammina nel buio sprofondando nei meandri nascosti della sua mente. Improvvisamente crollano tutte le sue certezze, si abbandona definitivamente all’stinto. Così, spinto dalla curiosità, dall’ebbrezza del pericolo, sfruttando le informazioni ricevute da un amico, si intrufola ad un’ambigua e perciò desiderabile festa in maschera in una villa appartata fuori città. È il trionfo della passione, del rischio, ma con risvolti macabri : gli si avvicina una donna esortandolo ad andarsene per evitare un pericolo di morte imminente. Il medico, immerso in una realtà totalmente estranea alla sua routine, viene smascherato perché ritenuto un intruso, e riesce ad ottenere la libertà di lasciare la villa incolume solo grazie all’intervento di questa donna, che si offre di sacrificarsi al suo posto. Fa ritorno così a casa, frastornato, impaurito e preoccupato. Ma lo aspetta una sorpresa sconvolgente: appena rientra a casa, la moglie si sveglia bruscamente dopo un sogno. E quel sogno fa riferimento proprio alla notte appena trascorsa dal marito. Il mistero s’infittisce e il protagonista vive un caos interiore tra paure e desideri. Si susseguono una serie di domande, tra cui : “La notte trascorsa è stata realtà o solo un incubo?”. E qui si manifesta la genialità del regista che conclude la vicenda lasciando agli spettatori un fortissimo dubbio, accentuato ancora di più da una frase pronunciata da Nicole Kidman : “Nessun sogno è mai soltanto un sogno”.

Eyes Wide Shut mostra senza filtri la vera natura dell’essere umano, il suo animo vulnerabile, le sue contraddizioni, mostrando come la vita reale e il matrimonio possano trasformarsi in un’asfissiante trappola, un vortice capace di inghiottire l’uomo distruggendo ogni sua certezza, facendo a pezzi il muro di rassicuranti piccole bugie che lo governano. Non ci sono ipocrisie. È proprio questa l’attualità del cinema di Kubrick: un uomo e una donna come tanti, un matrimonio comune che si trasforma in un enigmatico emblema della società contemporanea, delle sue perversioni, delle sue manie, della sua smaniosa necessità di indossare una maschera per celare la propria vera natura.

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“Chi ride al cinema non guarisce dalla lebbra, ma per un'ora e mezza non ci pensa.” di Jim Carrey

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