Si sente spesso la frase tratta da titolo di un dipinto (anzi di due dipinti uno di Francisco Goya del 1797 e uno di Renato Guttuso del 1980) che “il sonno della ragione genera mostri”. Ma la ragione di chi? In un certo senso a questo interrogativo cerca di rispondere il giovane regista Stefano Ludovichi, nel suo secondo lungometraggio horror, dopo In fondo al bosco del 2015 in cui indagava sul sottile legame tra la follia e le credenze popolari, disponibile su Amazon Video.
La fragile Stella (Camilla Filippi) è caduta in depressione dopo l’abbandono del marito Sandro (Edoardo Pesce) il quale un giorno fa ritorno a casa preceduto da un misterioso sconosciuto (Giulio Caprino) che, in un crescendo di tensione ed inquietudine, dimostrerà di conoscere molte cose dei problemi e dei segreti della coppia.
All’interno del microcosmo barocco e decadente (perfetta metafora della psiche dei protagonisti) di una villa isolata e immersa in un’atmosfera da romanzo gotico, il regista costruisce un thriller a sfondo familiare, ispirato al fenomeno degli hikikomori giapponesi (persone che volontariamente decidono di ritirarsi dalla vita sociale, scegliendo forme estreme di isolamento), sui traumi e sulle loro conseguenze anche su chi ci sta accanto.
L’idea, sena dubbio intrigante e non troppo dissimile da quella de In fondo al bosco, di sfruttare i canoni del thriller per affrontare la complessità e la fragilità dei legami familiari, risente però di una narrazione che perde rapidamente coerenza e credibilità risolvendo in maniera banale o inverosimile le diverse situazioni, compreso l’angosciante finale, dell’interpretazione della Filippi, certamente non all’altezza di quelle dei protagonisti maschili e di una resa tecnica, soprattutto per quanto riguarda il sonoro, a volte scadente.
Nel complesso, comunque, un’opera di discreta tensione che contribuisce a far uscire la cinematografia dai consueti generi.
Andrea Persi
Eccovi il trailer