Pedro Armendáriz nacque il 9 maggio del 1912 a Città del Messico ed è uno dei principali volti della “Época de oro” del cinema messicano. Studiò recitazione a San Antonio, in Texas, e a San Luis Obispo, in California. Tornato in Messico, il suo incontro con il regista Emilio Fernandez “el Indio” fu provvidenziale.

 
Con questo regista realizzò una serie di film di grande spessore, alcuni ambientati nel clima della rivoluzione come “Messico insanguinato” del 1943, “La Vergine indiana” del 1944, “Abbandonata” e “Amore maledetto” del 1945, tutti accanto alla bellissima Dolores del Río. Nel 1947 ottenne un Premio Ariel come migliore attore per la recitazione nella pellicola “La perla”. Si era già guadagnato una Palma d’Oro a Cannes nel 1946 e il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia nel 1947.
 
Quello stesso anno John Ford lo volle nel cast di “La croce di fuoco” (ancora con la del Río) e poi nelle pellicole che lo resero celebre al pubblico mondiale “Il massacro di Fort Apache” e “In nome di Dio – Il texano”.
 
Lavorò con registi come Roberto Gavaldón, John Huston, Stuart Heisler, Henri Decoin, Dick Powell, Michael Curtiz. Ottenne un secondo Premio Ariel per “Santa Cruz”, film del 1953, e recitò pure in “Il bruto” di Luis Bunuel. Nel 1959 fu Cipriano Castro in “Il meraviglioso paese”, film diretto da Robert Parrish con Robert Mitchum e Julie London.
Mise piede diverse volte in Italia, a cominciare dal 1955 quando affiancò Mastroianni in “Tam tam Mayumbe” di Gian Gaspare Napolitano. Due anni dopo lavorò per Giuseppe De Santis e Leopoldo Savona a “Uomini e lupi” con Silvana Mangano. Infine, nel 1962, interpretò re Cadmo in “Arrivano i titani” di Duccio Tessari.
 
Armendariz amava cucinare, essere circondato da cani e la fotografia. Il suo tempo libero era dedicato a fotografare gli splendidi paesaggi messicani, in particolare i tramonti. Ha incarnato la figura del generale e dell’indigeno, registrando più di cento pellicole. Insieme a Jorge Negrete e Pedro Infante, è considerato una delle leggende del cinema messicano.
 
Il 18 giugno del 1963, si spense suicida in un’ospedale di Los Angeles dove era ricoverato colpito dal cancro. La malattia la contrasse a seguito delle registrazioni de “Il conquistatore”, esattamente come altre novantuno delle oltre duecento persone coinvolte nel film, compreso John Wayne. Quel film, infatti, fu girato nello Utah nei giorni in cui il governo statunitense stava effettuando dei test nucleari nel vicino Nevada. Armendariz si scoprì vittima di quelle radiazioni sul set del suo ultimo film, “A 007, dalla Russia con amore”.

 

 

Angelo D’Ambra

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Angelo D'Ambra
Angelo D'Ambra, saggista, laureato in Scienze Politiche, anima il portale di divulgazione storica historiaregni.it, scrive di storia nordamericana per farwest.it e si occupa di critica cinematografica e musicale per planetcountry.it e passionecinema.it.
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Angelo D'Ambra, saggista, laureato in Scienze Politiche, anima il portale di divulgazione storica historiaregni.it, scrive di storia nordamericana per farwest.it e si occupa di critica cinematografica e musicale per planetcountry.it e passionecinema.it.

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