Quando il colonnello Mortimer chiese al controllore entro quanto il treno avrebbe raggiunto la fermata di Tucumcari, un personaggio singolare levò una voce pronta a piegarsi impaurita: “…perchè vedete caro reverendo questo treno non ferma a Tucumcari!”.
Parliamo di Jesù Guzman, il pauroso omino che osò volgere la parola a Lee Van Cleef, nei primi minuti di “Per qualche dollaro in più”.
Nato a Madrid nel 1926, Guzman era figlio d’arte. I suoi genitori erano gli attori Rafael Guzman e Aurora Gareta. Jesus debuttò a Barcellona, in teatro, con con l’opera “Pasión y muerte de Jesús”, collaborando con la compagnia di Guadalupe Muñoz Sampedro, con cui prese parte pura ad una tournée in America Latina.
Esordì al cinema con “Manolo, guardia urbano” nel 1956, comparendo da allora in innumerevoli pellicole, senza però trascurare teatro e televisione, dove ottenne un enorme successo, di gran lunga maggiore rispetto a quello datogli dai film (pensiamo alle serie tv “Crónicas de un pueblo” e “Farmacia de guardia”).
Per il genere spaghetti western appare in “La morte sull’alta collina” di Fred Ringold, “Lo irritarono… e Sartana fece piazza pulita”, “I morti non si contano” e “Mani di pistolero” di Rafael Romero Marchent, i più esperti lo riconoscono anche in “Occhio alla penna” di Michele Lupo del 1981. Un altro western in cui figura è “I tre che sconvolsero il West – Vado, Vedo e Sparo” di Enzo G Castellari del 1968 e poi c’è anche nella commedia di Mario Monicelli “I Picari”, ma le sue partecipazioni più importanti furono nel 1965 in “Per qualche dollaro in più”, quando interpretò un viaggiatore sul treno per Tucumcari, e nel 1966 in “Il buono, il brutto, il cattivo”, dove impersonò l’albergatore dell’hotel che ospitava il Biondo mentre passavano in rassegna le truppe.
Incredibilmente si tratta di comparsate, di riprese di pochi istanti, espressioni curiose e battute striminzite. Tutto ciò è paradossale. A volte ruoli nemmeno secondari, ma di terzo o quarto risalto, conferiscono all’attore una popolarità immortale. Ed è davvero il caso di quelli interpretati per Sergio Leone dallo spagnolo Jesus Guzman.
Angelo D’Ambra