La prima volta che ho giocato a Resident Evil 4 avevo 14 anni. Era il 2005, e dopo scuola passavo spesso interi pomeriggi con gli amici, intervallando jam session e partite alla PlayStation 2. Un mio caro amico dell’epoca, arrivò in garage mostrandoci la sua nuova e fiammante copia di RE4, con l’inquietante Ganado Chainsaw in copertina. Eravamo convinti di ritrovarci davanti al classico survival horror a cui Mamma Capcom ci aveva abituato, ma le cose stavano per cambiare.
- Stesso gioco: diverso gameplay
- Separate Ways e Modalità Mercenari
- La macchina da scrivere cambia la sua funzione
- Tecnologia che cambia, franchise che evolve
- Cambiano i nemici: non più zombi (per ora)
- Resident Evil 4 o Devil May Cry?
Stesso gioco: diverso Gameplay
Il game designer Shinji Mikami, con Resident Evil 4 ha avuto l’arduo compito di unire due generazioni di gamer: la vecchia leva, cresciuta a pane, terrore e sopravvivenza e la nuova leva, amanti di un gameplay più action, più rapido e più leggero. Nel gioco ci sono tanti momenti action, ma sia ben chiaro: la sopravvivenza e la parsimonia nel conservare munizioni, pena l’impossibilità di concludere il gioco, continua a mantenere il focus per almeno 3/4 della campagna e darà filo da torcere al gamer, a differenza di Resident Evil 5, che di horror – purtroppo – ha solo il nome del franchise e l’intro del gioco. “È vero” esclamerete voi: se siamo in difficoltà ci basta comprare la Mappa del Tesoro dal Mercante e il gioco è fatto: armi e munizioni sempre disponibili. Questa scelta è probabilmente orientata a chi, derivante da un experience action, preferisce giocare in un altro modo. E anche questa dinamica è evoluzione necessaria ad avvicinare un nuovo pubblico, con la possibilità di scegliere quale gameplay fa di più al caso suo.
Separate Ways e Modalità Mercenari
In RE4 vengono anche introdotte delle nuove avventure (adesso vengono chiamati DLC) tra cui Separate Ways, in cui seguiamo le vicende del gioco dal punto di vista di Ada Wong e la modalità The Mercenaries ovvero un minigioco, che essenzialmente funge da modalità di prova a tempo. Nel minigame, hai il compito di uccidere quanti più nemici possibile prima che il tempo scada. In più, con l’introduzione della Modalità Mercenari troviamo solo una riconferma di questa unione tra sopravvivenza ed azione, ripresa successivamente anche nella modalità zombi di COD non molti anni dopo.
La Macchina da scrivere cambia la sua funzione
Per quanto concerne i progressi, nelle vecchie glorie o scovavi uno dei pochi inchiostri per macchina da scrivere nascosti nei meandri delle varie location, o dovevi proseguire fino alla fine, sperando di non morire nemmeno una volta. E in più, giusto per rendere più difficile l’esperienza di gioco, dovevi anche risolvere degli enigmi, che senza l’ausilio di soluzioni (e se le usavi eri un baluba n.d.r.) potevano toglierti parecchie ore di vita sociale. A differenza di RE2, in RE4, gli enigmi sono più semplici dei predecessore e basta trovare una delle tante macchine da scrivere per poter effettuare il salvataggio senza l’ausilio dell’inchiostro – specialmente a difficoltà normale – ma ciò, non ne compromette ugualmente il fascino e la bellezza.
Tecnologia che cambia, franchise che evolve
La prima trilogia di Resident Evil, come affermato dallo stesso Mikami, è figlio – spiritualmente parlando – del cult game Alone in the Dark, di cui è stato annunciato un remake diverse settimane fa. In AIT è presente la telecamera fissa, elemento chiave per Mikami che comprese il potenziale di creare tensione e paura laddove non è possibile vedere o intercettare facilmente la minaccia in arrivo. Resident Evil 4 viene presentato come un action shooter in terza persona, e nessuno (nemmeno lo stesso game designer) avrebbe mai immaginato che la telecamera sopra la spalla del protagonista sarebbe diventata una delle più grandi innovazioni del mondo videoludico, utilizzata successivamente anche da altri colleghi.
Cambiano i nemici: non più zombi (per ora)
In RE4 non siamo più a Raccoon City ad uccidere zombi all’interno di vicoli, strade e ambienti claustrofobici, ma in Spagna e in piena campagna. Leon S. Kennedy – nostra vecchia conoscenza dal secondo capitolo – è diventato un agente governativo e ha il compito di salvare Ashley, la figlia del Presidente degli Stati Uniti, rapita da un culto locale intenzionato a dominare il mondo. Il nostro protagonista, armato di una sola pistola, poche munizioni ed un’erba verde, dovrà fare i conti con una moltitudine di contadini e adepti del culto, incazzati neri, armati fino ai denti ed infettati da un insolito parassita, che li rende inospitali nei confronti del giovane agente. Come avrete capito, la trama è molto più complessa rispetto ai lavori passati, e c’è molta più carne a cuocere a differenza di prima.
Resident Evil 4 o Devil May Cry?
Tempo dopo, Mikami dichiarò che il protagonista di questo capitolo non doveva essere Leon, bensì una new entry di nome Tony, ma alla fine si optò per la scelta di Kennedy per non destabilizzare troppo il giocatore. Prima di realizzare la versione definitiva, RE4 è stato più volte smontato e rimontato da principio e una versione in particolare è stata proseguita per molto tempo. L’approccio però era estremamente action e le telecamere dinamiche convinsero il team di sviluppo e lo stesso Mikami a sviluppare qualcosa di totalmente differente. Alla fine, il gioco, divenne il noto Devil May Cry e Mikami preferì lasciare il timone della nuova creatura a Hideki Kamiya.
Ancora oggi a distanza di 17 anni e con un remake in arrivo, Resident Evil 4 si rivela uno dei capitoli più longevi (se non il più longevo della storia) e dal quale i nuovi game designer hanno attinto per proseguire la saga dopo il fallimento – ma nemmeno tanto – del sesto capitolo. RE4 ha evoluto il suo franchise di provenienza, allargato in maniera esponenziale l’intera trama della saga annunciando – dopo Code Veronica X – l’espansione del virus e mutazioni a livello globale e ha trasformato una piccola ma grande storia di sopravvivenza ambientata tra una villa e una piccola città in qualcosa di molto più complesso e vasto su cui ancora oggi, Capcom ha la possibilità di creare nuove storie per tanti, tantissimi anni.